Appalti pilotati all’Ausl di Bologna, Piccinini (M5S): “Norme anticorruzione regionali non funzionano. Dopo racket delle agenzie funebri ecco un altro scandalo”

“La vicenda degli appalti Ausl pilotati dimostra come non sia mai stato applicato nessuno strumento in grado di prevenire reati come quelli ipotizzati dagli inquirenti. Dopo la vicenda del racket delle pompe funebri ci sembra evidente come nel nostro sistema sanitario regionale le norme anticorruzione siano aggirate con un’agghiacciante facilità. La Regione ci deve più di una spiegazione”.

Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, ha depositato una interrogazione alla Giunta dopo l’inchiesta da parte della magistratura su una serie di appalti pilotati che avrebbero coinvolto alcuni dirigenti dell’Ausl di Bologna e un ente no-profit. “L’accusa, se confermata, è molto grave visto che si ipotizza di alcuni bandi che sarebbero stati messi a punto proprio dagli stessi soggetti che poi quell’appalto avrebbero dovuto vincerlo – aggiunge Silvia Piccinini – Chiedersi come un sistema del genere, evidentemente nella totale assenza di controlli, possa esser stato creato, è più che legittimo visto che arriva appena qualche settimana dopo allo scandalo sul racket delle pompe funebri. La Regione deve fare chiarezza una volta per tutte sul sistema di anticorpi che dovrebbe, almeno teoricamente, riuscire ad evitare situazioni come queste, e che anche in questa occasione non ha funzionato. Il nostro sospetto, come abbiamo più volte denunciato, è che l’anticorruzione sia stata utilizzata, soprattutto in sanità, come uno specchietto per le allodole. Per fortuna però con l’approvazione della legge “Spazzacorrotti” il governo e il MoVimento 5 Stelle hanno finalmente colmato un vuoto che ha permesso ad un intero sistema di crescere e proliferare nell’indifferenza totale della politica e di quelle istituzioni che avrebbero dovuto controllare” conclude Silvia Piccinini.