BolognaFiere, Piccinini (M5S): “Proposta della maggioranza è aria fritta. Serve impegno concreto per non far decidere solo i privati”

“La risoluzione messa a punto dalla Santa Alleanza di PD, MDP e SI sulla Fiera di Bologna è aria fritta. Non c’è nessuna traccia negli impegni che dovrebbe attuare la Giunta rispetto ad un fantomatico patto di sindacato tra i soci pubblici né tantomeno salvaguardia dei lavoratori. Anzi, dopo aver già rinunciato anche in regione a tutte le prerogative date dai cosiddetti “poteri speciali”, a farne le spese saranno proprio quest’ultimi”.

È questo il commento di Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo all’ordine del giorno presentato in Assemblea Legislativa da PD, MPD e SI riguardo alla Fiera di Bologna.

“Calvano e Taruffi sono stati molto abili a costruire un castello di carta, che di fatto non esiste, visto che sostengono che questo documento di fatto possa garantire ai soci pubblici una posizione predominante negli equilibri della Fiera quando invece nulla di tutto questo è vero – spiega Silvia Piccinini – Se questo fosse il loro reale obiettivo a nostro avviso si sarebbe dovuto inserire chiaramente il limite minimo del 50% più 1 che di fatto però non c’è. Limite che invece noi abbiamo inserito chiaramente nella nostra proposta, proprio per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio o interpretazione. In più nell’ordine del giorno addirittura si prospetta l’eventualità che le quote detenute dei soci pubblici scendano al di sotto della quota di controllo, quasi un auspicio per PD e soci più che un’eventualità da scongiurare”.

Altro punto che non convince la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle quello che riguarda i tanto reclamizzati “patti parasociali” che nel testo dell’ordine del giorno non sono mai citati.

“Oltre ad un impegno molto vago sulla salvaguardia dei livelli occupazionali non c’è altro – conclude Silvia Piccinini – Per questo siamo convinti che questo documento sia semplicemente aria fritta, e una foglia di fico utile solo a conquistare qualche titolo sui giornali più che salvaguardare realmente l’anima pubblica della Fiera”.