Caccia al cinghiale, Gibertoni (M5S): “Assurdo ritornare al metodo della ‘braccata’. Ignorato parere dell’ISPRA e sentenza del TAR”

“La reintroduzione del metodo crudele della ‘braccata’ per la caccia al cinghiale voluta da PD e centrodestra è molto pericolosa perché va contro al parere dell’ISPRA e anche a quanto sancito dal TAR della Toscana soltanto qualche mese fa. Si tratta di un metodo di caccia particolarmente crudele che andrebbe arginato e non di certo sponsorizzato come la Regione sta facendo”.

È quanto sostiene Giulia Gibertoni riguardo all’approvazione durante l’ultima seduta dell’Assemblea Legislativa di una risoluzione (votata sia da PD che dal centrodestra) che punta sull’efficacia del metodo della braccata nell’attività di caccia e di controllo dei cinghiali. “Si tratta di un ritorno al medioevo e che non risolverà il problema del sovrannumero di cinghiali presenti sul nostro territorio, anzi – aggiunge Giulia Gibertoni – Una questione annosa, questa, che come la tela di Penelope sembra non dover mai arrivare a una fine, forse volutamente. In particolare, per diverse associazioni animaliste, i cinghiali sarebbero in sovrannumero perché immessi proprio dagli stessi cacciatori, ibridati con i maiali per aumentarne mole e prolificità. Se fosse così, si sarebbe quindi causato appositamente uno squilibrio ecologico, fatto appunto, come la tela di Penelope, per non essere mai risolto. Sulla braccata, poi, lo stupore deriva dal fatto non soltanto che il parere ISPRA parla molto chiaramente, ma che il TAR della Toscana, pronunciandosi sul ricorso presentato da diverse associazioni, ha emesso a maggio un’ordinanza con la quale si dispone la sospensione del piano di controllo del cinghiale nella parte in cui si consente appunto la caccia in braccata”.

Ecco perché Giulia Gibertoni aveva presentato una sua risoluzione per chiedere alla Giunta di non discostarsi dai pareri dell’ISPRA. “Quello che ho chiesto, ma a cui PD e centrodestra non sono interessati, è che si spezzi quel paradigma per cui ogni decisione su questo argomento venga presa ascoltando solo le esigenze dei cacciatori – conclude Giulia Gibertoni – quando nei tavoli di discussione dovrebbero essere coinvolte anche la associazioni animaliste che possono e devono avere voce in capitolo”.