Caccia alla volpe in tana, Gibertoni (M5S): “Regione la proibisce ma ci sono ancora troppe deroghe”

“Anche se la Regione dice di aver già vietato la caccia alla volpe in tana, restano ancora troppe eccezioni che di fatto derogano a questo divieto. Essendo una pratica sadica e disumana in cui si verificano combattimenti feroci tra animali indotti dall’uomo, tra i cani e la volpe, mentre i suoi cuccioli vengono sbranati dentro la tana, una pratica che dovrebbe essere vietata in toto e non tollerata in nessun modo”.

È quanto dichiara Giulia Gibertoni dopo che ieri l’assessore regionale all’agricoltura caccia e pesca, Simona Caselli, ha risposto a una interpellanza sulla pratica feroce della caccia alla volpe in tana. “Si tratta di una pratica che sarebbe riduttivo definire anche preistorica – spiega Giulia Gibertoni – perché sfiora, e anzi incontra completamente, manie sadiche, violente e volutamente disumane. Oggi la Regione ci dice che questo tipo di caccia è stata vietata ma al tempo stesso la rende ammissibile quando, per esempio, ci sarebbero rischi sulla sicurezza idraulica, quindi a ridosso dei fiumi. Una deroga che rispondendo alla mia interpellanza in aula l’assessore Caselli ha definito dovuta e decisa da AIPO e dalla Protezione civile. Io sono convinta però che la Regione abbia ampi spazi di manovra per poter assicurare, nonostante le dichiarazioni di facciata di non poter intervenire, il divieto assoluto della caccia in tana, senza più deroghe, senza più girarsi dall’altra parte. Innanzitutto, garantendo la disponibilità e l’attuazione di metodi alternativi che ci sono e per questo devono essere utilizzati. Non si può continuare a condannare animali come le volpi a una morte barbara solo perché vengono viste come dei competitor dei cacciatori. Ecco perché – conclude Giulia Gibertoni – serve un impegno concreto da parte della Regione ad eliminare totalmente questa pratica, non a nascondersi dietro al dito della sicurezza idraulica che mi sembra essere utilizzata ancora una volta come un vero e proprio alibi per continuare a permettere una pratica di caccia feroce, crudele e inaccettabile”.