Lo scandalo En.Cor e l’imbarazzante silenzio del PD

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“Mentre i danni provocati dalla sua scellerata amministrazione continuano ad aumentare, il PD fa di tutto per sottrarsi al confronto sul caso En.Cor. Ormai la loro strategia è chiara: riuscire in qualsiasi modo ad evitare ogni tipo di responsabilità. Peccato però che come M5S siamo determinati ad andare avanti per far conoscere a tutti la verità con un’azione che partirà da Correggio per finire al Parlamento, passando per la Regione”. È questo il commento di Maria Edera Spadoni, Gianluca Sassi e Nicolò Magnanini, rispettivamente portavoce alla Camera dei Deputati, capogruppo regionale e comunale del MoVimento 5 Stelle dopo che il Tribunale di Reggio Emilia ha condannato il Comune a risarcire di oltre 4 milioni di euro il Banco Popolare sulla vicenda En.Cor. Una sentenza che si va a sommare a quella di qualche giorno fa che ha riconosciuto alla Banca Popolare di San Felice un risarcimento di 11 milioni di euro.

“Ormai il danno economico creato dalla scellerata amministrazione PD di En.Cor ha superato il tetto dei 15 milioni di euro – spiegano Spadoni, Sassi e Magnanini – Cifra che però, come abbiamo ribadito in più di un’occasione, cadrà direttamente sulle spalle di tutti i cittadini di Correggio per una vicenda della quale sono completamente estranei. Una verità che al PD non piace tanto che stanno facendo di tutto per poter far calare il silenzio”. Pochi giorni fa, infatti, Nicolò Magnanini, in qualità di capogruppo del M5S in Consiglio comunale, ha presentato una mozione per richiedere una seduta d’urgenza per affrontare la questione En.Cor, ma gli è stato negato l’inserimento nell’ordine del giorno per la mancanza di un consigliere di maggioranza.

Il PD e la maggioranza stanno cercando in tutti i modi di prendere tempo ed evitare una discussione pubblica su quanto sta accadendo – concludono Spadoni, Sassi e Magnanini – ma noi non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Vogliamo fare chiarezza e percorreremo tutte le strade possibili, sia in Parlamento che in Regione, per far venire a galla la verità”.