Centrale biomasse a Russi, Bertani (M5S): “Troppi dubbi su modifiche al progetto. Regione faccia verifiche”

Nuove verifiche sul progetto della centrale a biomasse di Russi. A richiederle è Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, che ha presentato un’interrogazione sul progetto di riconversione dell’ex zuccherificio, in particolare sulle richieste di modifica presentate via via da PowerCrop.

“Nella nuova predisposizione dell’impianto, a nostro avviso, non sono stati valutati approfonditamente tutti i nuovi rischi generati dalle modifiche richieste come, per esempio, quello collegato al rischio idrogeologico. In caso di esondazione, infatti, la nuova costruzione ricade all’interno di un’area identificata dal Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico come area di potenziale allagamento. E poi c’è la sottovalutazione dell’impatto ambientale relativo allo stoccaggio delle ceneri, oggi trattate alla stregua di rifiuti anziché come sottoprodotto per la produzione di ammendante all’interno dell’impianto di compostaggio”.

A preoccupare il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle c’è anche l’importante aumento dei dati volumetrici delle nuove costruzioni, pari a circa tre volte e mezzo le cubature autorizzate precedentemente, che vedono la nuova costruzione di tre silos, di cui due destinati allo stoccaggio delle ceneri di risulta della combustione. Modifica che comporta un aumento dell’area di 250 metri quadrati e di circa 4 metri in altezza e che nella nota del Responsabile del Servizio “Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale” della Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna viene fatta passare come una “razionalizzazione della distribuzione volumetrica delle strutture”.

“Davanti a tutte queste criticità crediamo sia necessaria un’attenta valutazione da parte della Regione. “Considerato l’impatto su una zona SIC/ZPS crediamo sia fondamentale un apposito studio e valutazione d’incidenza piuttosto che una prevalutazione di incidenza d’incerta definizione – conclude Andrea Bertani – Inoltre la Giunta dovrebbe interrogarsi anche se sia necessaria una valutazione complessiva dei rischi e dell’impatto ambientale derivante dalla produzione e stoccaggio e successivo smaltimento di 8.500 tonnellate di rifiuti per capire anche quale sarà la destinazione finale di questi rifiuti e se si sia tenuto conto di tale apporto negli atti specifici di programmazione del settore rifiuti oltreché appunto nel bilancio ambientale dell’impianto”.