Diritti LGBT, Piccinini (M5S): “Nuove legge peggiorate dalle picconate dell’ala cattolica del PD ma voteremo a favore. Non è possibile tornare al Medioevo”

“Il MoVimento 5 Stelle voterà a favore della nuova legge contro l’omotransfobia ma si tratta di una legge frantumata dai colpi di piccone a cui l’ala cattolica del PD l’ha sottoposta in tutti questi mesi, con l’avvallo della relatrice di maggioranza Roberta Mori, attraverso emendamenti che hanno profondamente peggiorato il testo iniziale, a cominciare da quello sulla censura preventiva sul tema della maternità surrogata che con questa legge non c’entra davvero nulla”.

È quanto ha dichiarato questa mattina in aula Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, durante la discussione della nuova legge regionale sull’omotransfobia che, dopo molti mesi, finalmente approda in aula per la sua approvazione.

“L’assoluta necessità di una legge che difenda e tuteli i diritti delle persone omosessuali e di tutta la comunità lgtb è confermata dalle parole aberranti delle destre che siamo stati costretti ad ascoltare oggi in Assemblea Legislativa – aggiunge Silvia Piccinini – Noi siamo convinti che non si possa ritornare al medioevo. Ecco perché, come abbiamo già specificato da tempo, voteremo questa legge anche se i tanti punti critici restano irrisolti. Durante tutti questi mesi abbiamo dato ampia disponibilità al PD, e a tutta la maggioranza, di poter migliorare insieme il testo ma le nostre proposte sono state puntualmente rigettate con l’unico scopo di non andare a rompere quel precario compromesso all’interno dei dem e che è stata la vera causa del ritardo con cui questo testo oggi è arrivato in aula. C’è stato un accordo al ribasso che depotenzia questa legge. Ne è la dimostrazione la rinuncia alla parola ‘omotransnegatività’ non solo nel titolo ma anche in tutto il testo di legge, lo è la rinuncia a sancire il diritto della Regione di garantire, e non solo a riconoscere, i diritti per le persone lgtb. Lo è soprattutto l’assurda censura per le associazioni anche solo a parlare di GPA e maternità surrogata se vogliono accedere a fondi regionali, e che di fatto apre a preoccupanti scenari riguardo ai controlli che si andranno a fare, trasformando dei funzionari della Regione in una sorta di inquirenti. Tutte criticità che il PD non ha voluto nemmeno provare a risolvere nonostante la nostra disponibilità a un confronto reale per potere approvare la migliore legge possibile per la comunità lgtb, aggirando così anche quei paletti piantati dall’ala cattolica dem che questa legge non l’hanno mai voluta. Il risultato però alla fine – conclude Silvia Piccinini – è che avremo una legge fortemente depotenziata e che non è la migliore risposta a chi chiede da tempo il riconoscimento di diritti. Evidentemente la strada da fare per arrivare anche a quel cambiamento culturale, che porti all’accettazione di modelli diversi da quelli imposti e precostituiti, è ancora lunga”.