Discarica ex Razzaboni, il M5S dice no a una bonifica a metà

La discarica ex Razzaboni a San Giovanni in Persiceto (Bo)
La discarica ex Razzaboni a San Giovanni in Persiceto (Bo)

Verificare quale sia lo stato dei lavori di bonifica della discarica ex Razzaboni e se la Regione abbia intenzione di finanziare gli interventi sul 2° stralcio, dove sono stoccati fanghi tossici. È quanto chiede il M5S dell’Emilia-Romagna attraverso un’interrogazione presentata dalla consigliera Silvia Piccinini sulla situazione della discarica abusiva di via Samoggia, a San Giovanni in Persiceto. La discarica emiliana, infatti, fa parte dei 196 siti abusivi presenti in Italia e che costano al nostro Paese, a causa della procedura d’infrazione avviata dalla Corte di Giustizia Europea, più di 42 milioni di euro di multe a semestre.

“Solo per la situazione paradossale che riguarda l’area dell’ex Razzaboni paghiamo più di 1000 euro al giorno – spiega Silvia Piccinini – Soldi nostri, di tutti che a giugno saremo costretti a pagare all’Europa a causa dell’enorme ritardo nell’opera di bonifica della discarica di San Giovanni, al momento assolutamente incompleta”.

I lavori, su cui regna ancora la più assoluta incertezza dopo un lungo rimpallo tra Comune e Regione come sottolineato nell’interrogazione presentata dalla consigliera del M5S, in ogni caso dovrebbero riguardare solo una parte della discarica, lasciando fuori una zona che contiene fanghi tossici e che al momento sono coperti da un tendone.

“I lavori di bonifica verranno effettuati su una parte dell’area contaminata che è stata suddivisa in cumuli 1, 2, 3, area morchie e area ceneri di pirite, mentre è stata esclusa l’area denominata MISE, che sarà oggetto del secondo stralcio ed è ancora di proprietà privata, perché non è stata espropriata – scrive la Piccinini nell’interrogazione – Il MISE è il cumulo sotto i teloni di plastica verde, che in questa fase non verrà smaltito, ma per il quale verrà solo verificata l’integrità della copertura e del sistema di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche e, là dove necessario, verrà ripristinato il telone di copertura. Non procedere a un’attività di bonifica totale dell’area oltre a essere un rischio ambientale lo è anche per quel che riguarda l’aspetto economico visto che continueremo a pagare le sanzioni imposte dall’Europa. E farlo, stavolta coscientemente, potrebbe configurare gli estremi di un danno erariale a carico degli amministratori pubblici. Per questo – conclude la Piccinini – ho chiesto alla Giunta e all’assessore Gazzolo quale sia lo stato dei lavori, ad oggi, dei lavoro di bonifica della discarica e se la Regione ha intenzione di procedere anche alla bonifica del 2° stralcio, con quali risorse e soprattutto con quali tempi. Aspettare, di certo, non rappresenta un vantaggio per nessuno”.