Finalmente microcredito in ER ma quello annunciato dalla Giunta rischia di essere un buco nell’acqua

microcredito“Con quasi due anni di ritardo finalmente la Giunta si è decisa, dopo le nostre continue sollecitazioni, a far partire il fondo per il microcredito. In questo modo si rispetta l’impegno nato dall’approvazione di un nostro ordine del giorno ad inizio del 2015 ma, così come è stato impostato, si corre il rischio di svuotarlo dei contenuti e delle finalità originarie”. È questo il commento di Gianluca Sassi, capogruppo regionale del M5S, dopo l’annuncio da parte della Giunta della partenza del fondo per il microcredito anche per l’Emilia-Romagna.

“Siamo contenti che la Giunta abbia finalmente applicato la nostra proposta anche se così come è stata attuata nel provvedimento annunciato c’è il rischio che tutti i nostri sforzi vadano persi – spiega Gianluca Sassi – In primo luogo perché i contributi messi a disposizione dal fondo saranno a disposizione solo di chi una piccola impresa ce l’ha già (con almeno 15mila euro di fatturato annui) visto che si è voluto inserire il requisito del possesso di Partita Iva da almeno un anno in contrasto col DM 176/14 che disciplina il microcredito. In questo modo chi magari ha intenzione di fare ricorso al microcredito per finanziare la sua idea imprenditoriale ex novo non potrà assolutamente farne uso. In più manca, a nostro avviso, un sostegno burocratico, progettuale e amministrativo nei confronti dei beneficiari, senza contare che nel comunicato di ieri della Giunta è contenuta una informazione casualmente inesatta. Dal 7 settembre, infatti, si potranno presentare le richieste di chi è interessato a gestire questo fondo, ovvero gli operatori finanziari, e non quelle dei singoli cittadini”.

“Come al solito la Giunta e il PD pur di accollarsi la paternità di un provvedimento rischiano di partorire un papocchio. A questo punto – conclude Gianluca Sassi – il rischio è che si crei ulteriore confusione su un tema che per noi era, e continua ad esserlo, di fondamentale importanza assieme a quello del reddito di cittadinanza perché il problema è costituito dai giovani, dagli esodati, dai licenziati, dai precari. Ma la giunta sembra pensare ad altro, e in particolare a fare comunicati. Per evitarlo sarebbe bastato dialogare con chi aveva pensato e proposto per primo il microcredito, e invece ancora una volta qualcuno ha preferito escluderci senza una reale motivazione. Noi vogliamo che sia attuato quanto ottenuto dal M5S con il modello nazionale, adeguato alla nostra regione e coinvolgendo banche e strumenti di sostegno. In Emilia-Romagna in un anno dal microcredito nazionale (quello nato dalla spinta del M5S) sono stati erogati più di 4.000.0000 di euro a 181 imprese (a livello nazionale erogati quasi 50mln di euro), perché non prendere questo come modello e migliorarlo con le capacità della nostra regione?”.