Fusione Maggiore-Sant’Orsola, il M5S chiama Venturi in commissione: “Chiarire i contorni del progetto”

Un’informativa sul maxi progetto di fusione tra il Sant’Orsola e il Maggiore. Il MoVimento 5 Stelle chiama in Regione l’assessore regionale Venturi e i direttori generali degli ospedali coinvolti a chiarire i contorni dell’ipotesi di un accorpamento tra le due realtà sanitarie bolognesi che è stata annunciata qualche giorno fa dal sindaco di Bologna Virginio Merola.

“Ci sembra abbastanza inusuale che un progetto così importante e delicato venga annunciato dal palco di un convegno dal sindaco Merola quando dovrebbe essere la Regione a farsi carico dell’eventuale progetto di fusione – spiega Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle – Ci chiediamo perché in tutti questi mesi nessuno ne abbia mai fatto parola, senza una previa valutazione da parte dell’Assemblea legislativa e della Commissione competente. Esiste uno studio di fattibilità? Si sono fatte delle valutazioni su soluzioni alternative che potrebbero portare agli stessi risultati ma con un’organizzazione diversa? Non vorremmo che questo annuncio sia stato fatto solo per alzare un gran fumo e nascondere gli effetti nefasti della riorganizzazione ospedaliera e territoriale. Riorganizzazione, che stando al documento proposto dall’AUSL alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana di Bologna, prevedrà tagli pesanti, trasformazioni di ospedali al ribasso e de-potenziamento di strutture sanitarie in modo diffuso su tutto il territorio e in particolare delle aree montane. Per questo riteniamo sia doveroso che l’assessore Venturi e i vertici delle strutture coinvolte vengano al più presto in Commissione per spiegare i contorni di questa vicenda – conclude Silvia Piccinini – Occorre abbandonare la logica degli annunci, ormai consolidatasi sia a livello nazionale che locale, in particolare nella nostra regione, finirla di fare riforme e controriforme, istituzionalizzando di fatto un sistema in continua ricerca di approdo, che brucia risorse economiche in investimenti inutili, perdendo di vista il fine primario che deve essere la salute dei cittadini e i servizi a loro dedicati”.