Il M5S boccia il nuovo piano energetico: “Manca coraggio. Una delega in bianco a favore della giunta”

Una breve lista di buoni propositi, molto vaghi, con pochissime speranze di una loro reale attuazione visto che sul tema delle risorse finanziarie non c’è nessuna certezza. Il Movimento 5 Stelle boccia il nuovo Piano energetico regionale che questa mattina ha avuto il via libera definitivo dall’Assemblea Legislativa.

“Si tratta di un provvedimento che non riuscirà ad attuare nemmeno un quarto degli obiettivi che si è prefisso, dove non si capisce neppure quale siano le azioni puntuali e prioritarie che si intendono mettere in campo nei prossimi tre anni, figuriamoci da qui al 2030 – spiega Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e relatore di minoranza della legge – Nel piano abbiamo rilevato alcune incongruenze inaccettabili: si prevede aumento di case alimentate a gasolio, un aumento di auto diesel, un incremento della produzione di energia elettrica da rifiuti che contraddice l’intenzione del post-incenerimento. Con risorse limitate bisognava focalizzarsi su azioni precise e prioritarie. In questo modo si è creata una semplice cornice all’interno della quale la Giunta potrà muoversi come le pare, senza troppi vincoli né imposizioni. Per questo il nostro voto, nonostante la maggioranza abbia accolto alcune delle numerose nostre proposte che in Commissione ci erano state bocciate, non è potuto che essere negativo”.

Altri aspetti del nuovo Piano energetico che non hanno convinto il Movimento 5 Stelle: la totale assenza di un piano di monitoraggio e quella sulle analisi dei possibili impatti negativi dell’uso delle biomasse. “Su quest’ultimo punto si è voluto chiaramente non affrontare il tema delle ripercussioni che gli impianti a biomasse o a biogas provocano – aggiunge Andrea Bertani – Per esempio non differenziando gli impianti a filiera corta, delle dimensioni degli impianti, e non occupandosi della questione dei reflui o del particolato che derivano da queste attività. Dubbi che giustamente da anni sono portati avanti da diversi comitati sui vari territori. Il PD, invece, ha preferito non occuparsi di tutto questo, prevedendo dei paletti precisi, ma anzi sostenendo nel piano che la priorità fosse quella di superare queste resistenze dei territori locali – conclude Andrea Bertani – L’altro aspetto infine è la contraddizione tra quello che dice la Regione e quello ha fatto il PD al governo ed in Parlamento fino ad oggi. Il Governo Renzi ha impresso al Paese una direzione di marcia in campo energetico che fa l’interesse solo dei grandi gruppi energetici, legati alle fonti fossili. Sono i provvedimenti in materia di trivellazioni di petrolio e gas, con permessi e autorizzazioni semplificate, a raccontarlo. E, in parallelo, i provvedimenti che hanno fermato le rinnovabili con tasse e barriere. La Regione per il poco tempo che resta a questo Governo, solleciti una inversione di marcia nel campo energetico”.