Menù vegetariano a scuola, Bertani (M5S): “No a procedure che discriminano bambini e genitori”

vegano“La Regione la smetta di discriminare i genitori e i bambini che a scuola scelgono una dieta vegetariana o vegana. L’unica regola da rispettare dovrebbe essere quella di attuare le linee guida nazionali che non prevedono nessuna procedura di convalida per le richieste di diete senza prodotti di origine animale”. È questa la richiesta di Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S, che ha presentato una interrogazione alla Giunta sulle procedure che riguardano la richiesta di menù vegetariani o vegani all’interno della ristorazione scolastica regionale.

“L’Emilia-Romagna, andando contro a quello che prevedono le indicazioni del Ministero della Salute, ha previsto un iter particolarmente discriminatorio per quei genitori che scegliessero, per motivi etici, culturali e religiosi, di far seguire una alimentazione priva di prodotti di origine animale ai loro figli a scuola – spiega Andrea Bertani – Oltre a obbligare i genitori a presentare una dichiarazione scritta e una sottoscrizione di consenso informato, la Regione consiglia ai Comuni che tutte le richieste vengano valutate caso per caso e sottoposte a una verifica che ne decreti l’accettazione o meno. E per farlo cita degli imprecisati studi e letteratura scientifica dove appunto si critica l’opportunità di offrire una dieta vegetariana e/o vegana in età evolutiva. Tutto questo in aperto contrasto con quello che dice il Ministero della Salute che ha specificato come la richiesta di dieta vegana o vegetariana all’interno della refezione scolastica debba semplicemente essere comunicata dai genitori, senza certificato medico né tantomeno essere sottoposta a una valutazione di qualsiasi tipo”.

Per questo il consigliere regionale del M5S chiede alla Giunta di adeguarsi nel più breve tempo possibile alle linee guida nazionali permettendo così ai bambini, le cui famiglie scelgono i pasti vegetariani o vegani, di usufruire normalmente del servizio di refezione scolastica e di poterlo fare senza alcuna discriminazione e, di conseguenza, darne comunicazione ad ASL e Comuni. “La Regione deve smetterla di voler imporre a tutti i costi il suo pensiero unico – conclude Andrea Bertani – Visto che le norme nazionali non richiedono nessuna procedura restrittiva è necessario adeguarsi senza creare discriminazioni sui regimi alimentari che, vale la pena ricordarlo, oltre a derivare da scelte culturali, etiche e religiose, che devono essere rispettate, sono anche scelte di salute”.