Niente segnaletica anti-covid sui treni: la Regione pretenda da Tper il rispetto della sicurezza dei passeggeri

Pretendere da Tper il rispetto delle norme di sicurezza individuate per l’emergenza Coronavirus a bordo dei treni che viaggiano sulle linee regionali: è quanto chiede Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di un’interrogazione presentata all’indomani della denuncia dei sindacati che nei giorni scorsi parlavano del mancato rispetto di disposizioni e linee guida per le misure di contenimento per la Fase 2 dell’emergenza COVID-19, in palese violazione delle norme e dei contenuti del Decreto 74 del 30 aprile emanato dalla Regione Emilia-Romagna.

“La situazione descritta dai sindacati sulla mancanza di comunicazione a bordo dei mezzi, l’assenza di cartelli che indichino le corrette modalità di comportamento e l’inesistente segnaletica per le operazioni di salita e discesa dei passeggeri è molto grave – spiega Silvia Piccinini – In una fase così delicata, dove l’utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico da parte dei cittadini può essere ostacolato dalla paura di una più rapida diffusione del contagio, non possono essere tollerate situazioni di questo genere. Chi non applica scrupolosamente tutti gli accorgimenti individuati per garantire sicurezza ai passeggeri produce un danno che rischia di essere davvero irreparabile. Perché quelle stesse persone, non sentendosi al sicuro a bordo di un treno, in futuro sceglieranno di muoversi con la propria auto, contribuendo così ad aumentare il traffico sulle nostre strade e a peggiorare la qualità della nostra aria”.

Ecco perché nella sua interrogazione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di intervenire al più presto pretendendo da Tper il rispetto delle norme di sicurezza a bordo dei treni che viaggiano sulle linee regionali. “Visto che stiamo parlando di una società pubblica, della quale la Regione detiene la metà delle quote, crediamo che il rispetto delle regole sia la condizione davvero minima che ci si possa aspettare – conclude Silvia Piccinini – Non si può chiedere alle fabbriche, ai bar e ai ristoranti di fare ciò che poi il pubblico non fa”.