Nomadi, Sensoli (M5S): “Il progetto sulle microaree del Comune di Rimini? Un pasticcio colossale”

“Sul progetto delle microaree e il superamento del campo nomadi di via Islanda, il Comune di Rimini e il sindaco Gnassi sono riusciti nell’impresa di realizzare una grande opera incompiuta oltre che un colossale pasticcio”. È questa la denuncia di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta regionale riguardo al progetto del Comune di Rimini sulla nascita di alcune microaree come soluzione al superamento della più grande area di sosta della città di via Islanda dove risiedono persone di etnia Rom e Sinti.

La mancata individuazione delle microaree da parte del Comune di Rimini è molto preoccupante non solo perché testimonia la totale incapacità di condividere un percorso di confronto con il territorio e di partecipazione, ma anche perché l’esigenza reale che riguarda i campi rom è di gran lunga superiore a quella affrontata dal progetto, visto che nella stessa delibera di giunta si parla di esigenze non quantificate e di un numero di microaree attorno nell’ordine di 10 o addirittura 12. Per questo non è stato possibile assegnare il contributo regionale richiesto, se non per soli 70mila euro limitato alle sole spese correnti e assolutamente insufficiente, visto che ne servono 40mila e saranno destinati per il personale impegnato nella mediazione”.

Per questo nella sua interrogazione la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle chiede alla Regione di intervenire, sollecitando il Comune a formulare ed attuare un progetto complessivo e definitivo, così da evitare soluzioni abitative diverse da quelle individuate dalla legge del 2015. “È assolutamente paradossale che il Comune non sia ancora riuscito ad individuare con precisione le microaree – conclude Raffaella Sensoli – Una particolare che è stata causa proprio del mancato riconoscimento da parte della Regione del contributo per le spese in conto capitale e che di fatto mette a rischio l’applicazione della stessa legge che avrebbe dovuto superare una volta per tutte i campi nomadi. In più c’è da rimarcare anche il mancato coinvolgimento della cittadinanza, essenziale se si vuole intraprendere un percorso di integrazione. Con incertezze e decisioni prese d’imperio si alimentano solamente paure e divisioni sulle quali alcuni partiti politici stanno facendo leva per aumentare il consenso popolare. Per affrontare una questione delicata come questa serve invece estrema razionalità e massima condivisione con i cittadini per rassicurare chi è preoccupato dalla creazione di microaree sparse per la città”.