Nuovi centri commerciali, quelli medi fuori dal controllo del PTCP: “Adesso i sindaci decideranno da soli”

Il progetto dell'ennesimo centro commerciale che dovrebbe nascere a Bologna nella zona di via Larga
Il progetto dell’ennesimo centro commerciale che dovrebbe nascere a Bologna nella zona di via Larga

“La Giunta vuole dare il via libera ad una ennesima, quanto inopportuna, liberalizzazione per la realizzazione di nuovi centri commerciali di medie dimensioni (fino a 5000 mq di superficie di vendita). Una scelta inaccettabile, un altro colpo mortale per i piccoli negozi e il commercio di prossimità”. È questa la denuncia di Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, dopo che all’interno della Commissione Politiche Economiche si è discusso di una proposta di modifica delle regole urbanistiche per l’insediamento di centri commerciali fino a 5 mila metri di superficie lorda.

“In pratica la Giunta vorrebbe aumentare le soglie, previste da una legge regionale del 1999, entro le quali è necessaria una modifica al PTCP per la realizzazione di nuovi centri commerciali di medie dimensioni lasciando ai Comuni la libertà di decidere in totale autonomia – spiega la capogruppo regionale del M5S – Se prima il passaggio obbligato attraverso una modifica del PTCP provinciale non riguardava quei progetti che stavano entro il limite dei 15mila metri quadri di superficie territoriale (comprensiva di  superficie commerciale e opere accessorie come parcheggi, spazi verdi etc.), oggi la Giunta vorrebbe quasi raddoppiare questa soglia portandola a ben 25mila metri quadri, il che significa dare carta bianca alle amministrazioni comunali e affossare qualsiasi tipo di pianificazione di area vasta. Il reale pericolo è che comincino a spuntare nuovi centri commerciali al di fuori di ogni pianificazione commerciale e urbanistica, più di quanto già non succeda oggi”.

Per Giulia Gibertoni se anche l’Assemblea legislativa dovesse approvare questa modifica a risentirne sarebbero soprattutto il piccolo commercio e la rete di negozi di prossimità e dei centri storici. “La Regione non può sostenere che il piccolo è bello e poi far passare deregolamentazioni del genere, altrimenti gli unici negozi che tra qualche anno resteranno in vita saranno quelli all’interno di un ipermercato o centro commerciale di periferia – conclude Gibertoni – Per questo siamo curiosi di sapere se prima di prendere una decisione del genere la Giunta abbia convocato le associazioni di categoria e qual è la loro opinione in merito”.