Nuovo ISEE, il PD abbandona i disabili: “Ignorate le difficoltà di accesso alle graduatorie”

“Il PD ha scelto di non alzare un dito per le risolvere le gravi discriminazioni che l’entrata in vigore del nuovo ISEE sta generando tra i disabili che richiedono i contributi regionali”. È questo il commento di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, dopo che nei giorni scorsi la maggioranza guidata dal Partito Democratico ha bocciato una risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle in cui si chiedeva l’avvio di un monitoraggio sulle possibili distorsioni che l’applicazione del nuovo ISEE sta provocando nell’accesso alle graduatorie per la richiesta di contribuiti per le persone con gravi disabilità in particolare per l’abbattimento delle barriere architettoniche all’interno degli edifici privati. Dallo scorso gennaio, infatti, è entrato in vigore il nuovo modello ISEE che include e considera reddito anche tutte quelle somme fiscalmente esenti come pensioni di invalidità, accompagnamento, assegni di cura, pensioni sociali.

“Di fatto questo nuovo strumento per l’accertamento del reddito di un nucleo familiare sta falsando le graduatorie – spiega la consigliera Piccinini – facendo sì che chi già oggi gode di provvidenze socio-sanitarie resti ingiustamente escluso dalla possibilità di accedere ai contributi. Paradossalmente chi dovrebbero avere il maggior sostegno, ossia le persone con disabilità grave, con difficoltà di deambulazione o difficoltà a compiere gli atti quotidiani della vita, rischia di non avere più i requisiti per accedere ai contributi economici. Un problema che per il PD però è assolutamente irrilevante visto che hanno respinto la nostra risoluzione presentata nell’ultima seduta dell’Assemblea Legislativa”.

Nel documento presentato dalla consigliera Silvia Piccinini si chiedeva l’avvio di un monitoraggio sulla situazione, sulla falsa riga di quanto già avvenuto per l’assegnazione delle borse di studio agli studenti dove l’applicazione del nuovo ISEE ha provocato le stesse distorsioni: chi oggi riceve un contributo è più penalizzato rispetto a chi invece necessita di un sostegno minore. “Il PD fa finta che il problema non esista – conclude Silvia Piccinini – Peccato però che ci siano ben tre sentenze del TAR che abbiano riconosciuto come le somme date a titolo di risarcimento o di compensazione ai soggetti in grave condizione di disabilità non devono essere considerate reddito”.