“La Regione dovrebbe chiedere lo stato di calamità, anche se non causato da cause naturali ma dalla scelleratezza di precise decisioni politiche, vista la disastrosa situazione dei collegamenti tra Emilia-Romagna e Lombardia. In particolare per quel che riguarda il ponte di Colorno è incredibile come la Giunta non sia in grado di individuare una data di riapertura. Una situazione che sta causando dei danni gravissimi al tessuto economico di quei territori”. È questa la richiesta di Gianluca Sassi, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta riguardo alla situazione dei collegamenti stradali tra Lombardia ed Emilia-Romagna.
“Da ormai un mese è molto difficile, se non impossibile, percorrerei ponti che collegano Lombardia ed Emilia-Romagna nel lungo tratta fra Castelvetro piacentino/Cremona e Boretto/Viadana – spiega Gianluca Sassi – Sono quattro i ponti, alcuni dei quali già da temo percorribili solo a senso unico alternato, oggi completamente interrotti o attraversabili a turno per un solo senso. Situazione di assoluta emergenza a cui si aggiunge la chiusura a tempo indeterminato del ponte fra Colorno e Casalmaggiore. Un disastro infrastrutturale che colpisce, isolandole, due realtà territoriali fra le più ricche ed avanzate d’Italia e d’Europa, tali grazie alla laboriosità e alla responsabilità di chi ci vive e lavora”.
Visto che la Regione, anche pochi giorni fa, rispondendo a delle interrogazioni in Assemblea Legislativa non è in grado di prevedere dei tempi certi per risolvere questa situazione di blocco totale, il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di mettere in campo al più presto delle soluzioni concrete. “Visto l’immobilismo della Giunta chiediamo che si valuti di chiedere lo stato di calamità vista l’assoluta emergenza che stanno vivendo quei territori, di fatto isolati – conclude Gianluca Sassi – anche magari prevedendo delle compensazioni per quelle attività economiche che più di tutte stanno subendo i danni di una situazione che, lo ricordiamo, deriva in gran parte dalla falsa scomparsa delle Province voluta dal PD”.