Referendum, Gibertoni (M5S): “Il Pd mette il bavaglio all’assemblea. Vietato parlare della riforma costituzionale”

giulia-gibertoni-ottobre-2016“Il modo con cui il Pd, con una censura esplicita, ha fatto in modo che l’Assemblea Legislativa oggi non parlasse della riforma costituzionale e del referendum del 4 dicembre è semplicemente vergognoso. Di fatto si è voluto mettere un bavaglio a tutti i consiglieri regionali con il solo obiettivo di non permettere una discussione che avrebbe reso evidente la spaccatura interna allo stesso partito di maggioranza e le tante contraddizioni di una riforma che di fatto svuota le competenze delle Regioni”. È questo il commento di Giulia Gibertoni dopo che questa mattina l’Assemblea Legislativa, su iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, ha confermato il divieto che si svolgesse una sessione straordinaria dedicata alla riforma costituzionale.

“La decisione di chiedere un parare al Corecom se l’Assemblea avesse o meno il diritto di parlare di questo argomento è totalmente insensata – spiega Giulia Gibertoni – In pratica si scelto di chiedere ad un organismo tecnico di decidere di cosa o meno possa parlare un’assemblea eletta dai cittadini e prevista dalla nostra Costituzione. Un’invenzione degna del peggior censore che aveva e ha come unico scopo quello di far passare sotto silenzio una delle riforme più disastrose della storia della nostra Repubblica. Se questa scellerata riforma, infatti, dovesse passare al referendum del prossimo 4 dicembre, le Regioni perderanno gran parte delle competenze che fino ad oggi erano garantite loro dalla nostra Costituzione e di conseguenza ogni possibilità di autonomia sulla tutela dei territori ma evidentemente per l’Assemblea Legislativa è un dettaglio su cui si può sorvolare. A questo punto – conclude Giulia Gibertoni – proporremo un progetto di legge affinché si cambi il nome dell’Assemblea in “Consiglio regionale amministrativo” così da mettere in chiaro fin da subito il compito da silenziosi passacarte che il PD vuole riservare ai consiglieri regionali eletti democraticamente dai cittadini”.