Registro tumori, Piccinini (M5S): “A Bologna non è mai partito. Regione intervenga”

Registri tumori incompleti, o che non sono mai realmente partiti, a causa dei vincoli imposti dalla legge sulla privacy e il mancato coordinamento tra le diverse aziende ospedaliere. È questa la denuncia di Silvia Piccinini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato una interrogazione alla Giunta sulla reale attuazione del Registro tumori in Emilia-Romagna, in particolare per la zona di Bologna. “Ad oggi sono sei i Registri tumori generali attivi nella nostra regione – spiega Silvia Piccinini – Ci sono quelli di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Romagna e Area Vasta Emilia Centrale, che dovrebbero rilevare sistematicamente ogni nuovo caso di neoplasia maligna che insorge nella popolazione di riferimento, per una copertura complessiva di oltre l’80% del territorio e di più di 3,5 milioni di residenti. Purtroppo però la mancanza di un regolamento nazionale sull’accesso ai dati sensibili dei pazienti ai fini dell’indagine e il mancato rinnovo della convenzione AVEC, sta comportando ritardi e problemi riguardo alla copertura della zona di Bologna che avevamo già denunciato nei mesi scorsi, rende di fatto questi strumenti totalmente inefficaci”.

Le difficoltà legate soprattutto ai problemi legati alla privacy dei pazienti sono emersi anche all’interno di una recente inchiesta giornalistica dove il direttore del registro di Ferrara e Bologna, Stefano Ferretti, ha ammesso che di fatto a Bologna “il registro tumori non sarebbe mai partito”. “Crediamo che si debba colmare al più presto questo vuoto, non è possibile perdere ulteriore tempo – aggiunge Silvia Piccinini – Per questo abbiamo chiesto alla Regione in primo luogo di attivarsi affinché venga rinnovata la convenzione tra le ASL e le Aziende ospedaliero-universitarie di Bologna e Ferrara per completare la copertura dell’Area Vasta Emilia Centrale, e poi di adottare al più presto un regolamento per disciplinare le finalità dei registri e quindi superare i vincoli imposti dalla legge sulla privacy. Solo in questo modo – conclude la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle – si potranno avere dei dati certi sull’incidenza dei tumori nella popolazione regionale e migliorare i sistemi di prevenzione, diagnosi e cura”.