Sanità, il M5S contro lo shopping di risonanze: “Basta acquistare servizi dai privati”

risonanza3“Con quanto spendiamo negli anni per acquistare servizi dal privato potremmo dotare gli ospedali di macchinari e assumere il relativo personale e pagare gli stipendi. In questo modo non solo si potrebbe risparmiare ma si realizzerebbe un investimento a lungo termine ammortizzabile nel corso degli anni”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, in merito allo shopping di risonanze annunciato dall’Asl di Bologna per cercare di frenare la fuga dei pazienti dell’area metropolitana di Bologna fuori regione per effettuare risonanza magnetica.

“È arrivato il momento di dire basta con gli acquisti dal privato – spiega Sensoli – Bisogna munire le strutture pubbliche di queste attrezzature e del relativo personale. Lo shopping di risonanze dai privati dell’Asl di Bologna viene venduta come un rimedio efficace, ma chi conosce il sistema sanitario regionale sa bene che a Bologna da anni ormai si cerca di contrastare le liste d’attesa con 600mila euro all’anno di prestazioni comprate dal privato accreditato. La differenza con il piano annunciato ieri è di 150mila euro in più, ma di certo non servirà a ridurre le liste di attesa”.

“Se tiriamo le somme, da quando l’Ausl ha inaugurato questo sistema di esternalizzare i servizi, acquistando le gli esami Rmn, ci rendiamo conto che ha speso tantissimo. Se avesse cercato di sfruttare le risorse interne a quest’ora avremmo un servizi efficiente nelle strutture pubbliche – continua – Ogni volta che l’Asl acquista servizi all’esterno per ridurre le liste di attesa l’unico effetto è quello che i cittadini sono costretti a recarsi sempre più in massa a Monselice in provincia di Padova,  sfruttando una convenzione tra Emilia Romagna e Veneto che prevede il rimborso delle risonanze fatte fuori regione. Una pratica talmente diffusa che fino a poco tempo fa il numero di telefono del centro ‘Iniziativa medica’ di Monselice si trovava anche sull’elenco telefonico bolognese”.

Il centro veneto vanta ben 13 apparecchi per risonanza magnetica, di cui tre ad alta intensità di campo magnetico, mentre in quello di Rovigo oltre alla risonanza si possono eseguire anche Tac ed ecografie. “I nostri grandi Direttori generali – conclude Raffaella Sensoli – non si pongono la domanda perché il Veneto ha investito potenziando le strutture sanitarie pubbliche e noi continuiamo a comprare dal privato? Perché in Veneto le liste di attesa sono più corte? Evidentemente a monte ci sono delle scelte sbagliate che è necessario correggere. Continuare a sovvenzionare le strutture private non risolve il problema, anzi contribuisce all’impoverimento del nostro sistema sanitario che è e deve restare pubblico”.