Vaccini, Sensoli (M5S): “Bambini devono poter finire l’anno scolastico. Regione trovi mediazione”

Evitare che i bambini ancora non in regola con le vaccinazioni non possano finire regolarmente l’anno scolastico. È quanto chiede Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, presentando una interrogazione e una risoluzione che prendono spunto dalla recente mozione approvata dal Consiglio comunale di Roma e dalla successiva presa di posizione dell’ANCI.

“Come abbiamo sempre sottolineato la legge nazionale e le successive circolari regionali non sono state garanzia di una interpretazione uniforme della normativa – spiega Raffaella Sensoli – Il risultato è che il prossimo 10 marzo i bambini non in regola con la documentazione di autocertificazione sui vaccini rischiano di essere allontanati dalle scuole. Un’eventualità che è assolutamente necessario evitare se non si vuole creare un danno a livello didattico ed educativo, configurabile come una vera e propria violenza istituzionale nei loro confronti”. La richiesta contenuta nei due documenti presentati alla Giunta e all’Assemblea Legislativa si basano anche sulle recenti dichiarazioni del presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha aperto alla possibilità di togliere l’obbligo vaccinale qualora si superi la soglia del 95%. Percentuale che sembra essere già stata raggiunta secondo gli ultimi dati dei vaccinati relativi al 2015.

“Proprio per questo chiediamo alla Regione di avviare tutte le attività nei confronti del Governo, dell’Anci e degli altri enti, per escludere che i bambini e le bambine non ancora vaccinati, ma regolarmente iscritti, non siano allontanati dalle strutture educative e scolastiche e che sia consentito loro di giungere alla conclusione dell’anno senza alcuna interruzione della continuità educativa e didattica. Allo stesso tempo – conclude Raffaella Sensoli – è necessario un potenziamento delle campagne informative sui vaccini rivolte ai genitori, l’unico modo per poter convincere gli scettici sulla loro utilità senza passare per i metodi coercitivi che il PD, a Roma come a in Emilia-Romagna, vogliono attuare. Campagne che devono essere realmente efficaci e non portate avanti, così come è stato fatto, coinvolgendo persone che hanno provocato divisioni e frizioni, e attraverso procedure di dubbia trasparenza”.