“La Regione chiarisca la vicenda della presunta censura denunciata pubblicamente nei giorni scorsi da una dirigente dell’Ingv. Si tratta di accuse gravi che, se fossero confermate, getterebbero più di un’ombra sull’atteggiamento tenuto dalla Regione riguardo al fenomeno delle alte temperature registrate qualche mese fa in un pozzo di Medolla prima di una forte scossa di terremoto che colpì la Bassa modenese”. Giulia Gibertoni ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale per chiedere un chiarimento sulle dichiarazioni di Fedora Quatttrocchi, dirigente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, apparse qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook, in cui la donna (commentando un video che ricordava l’alluvione che nel gennaio di due anni fa colpì Modena) fa accenno a due episodi che riguardano il terremoto del 2012: un presunto tentativo di corruzione da parte della Commissione Grandi rischi e l’atteggiamento di certo non benevolo della Regione sulle sue convinzioni scientifiche in merito al caso dei pozzi con acqua bollente scoperti a Medolla nello scorso autunno.
“Ancora credono gli emiliani che siano state le nutrie a far venire crollo argine e morte con alluvione ….. stessa storia di commissione grandi rischi 2012 quando mi scrisse per corrompermi su terremoto Emilia/vendita strumenti sismici e mi telefonò su pozzo caldo Medolla/terremoto 3.5…. che la Regione non gradiva mia ipotesi scientifica” è parte del post pubblicato dalla dirigente dell’Ingv poi ribadite in un commento su un altro sito di informazione locale: “in quella zona non ci lavoro per ora perché siccome avevo osato far notare la correlazione tra pozzo scaldato a Medolla e terremoto subito dopo ho ricevuto una telefonata particolare da un membro Commissione Grandi Rischi che ha detto che in quel modo “non tranquillizzavo” i cittadini. Evidentemente non ha seguito il processo de L’Aquila della CGR e non capisco ancora come mai non si è aperto un caso CGR Emilia”.
“Fedora Quattrocchi fu una dei tecnici mandati dall’Ingv a Medolla per svolgere gli accertamenti sul caso dei pozzi contenenti acqua calda prima di una forte scossa che colpì la zona nello scorso ottobre – aggiunge Giulia Gibertoni – Vicenda su cui avevamo già presentato una interrogazione senza ottenere una risposta chiara ed esaustiva. Per questo crediamo che sia necessario fare assoluta chiarezza. Visti i numerosi precedenti, primo tra tutti l’insabbiamento per mesi delle conclusioni del rapporto Ichese, non vorremmo che qualcuno continui a voler tenere sotto silenzio altre verità”.