“I nuovi reperti archeologici ritrovati nella zona adiacente al complesso di AcquArena, dove si vuole costruire una nuova piscina e l’ennesimo centro commerciale, dovrebbero essere sufficienti a spingere l’amministrazione comunale a pensare ad un diverso utilizzo di quell’area. Per questo chiediamo alla Regione di intervenire per modificare questo scellerato progetto che non fa altro che consumare nuovo suolo, aprire nuovi centri commerciali e dare il via libera ad ulteriore cemento”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, contenuta in una interrogazione riguardo al progetto AcquArena di Rimini.
“Il passato, la storia, la tradizione, i beni culturali, fra i quali anche quelli archeologici, della nostra regione e di Rimini meritano tutela e non semplicistici interventi di rottamazione – spiega Raffaella Sensoli – A parte la scontata inutilità di un nuovo complesso residenziale e commerciale, se non per favorire i soliti soggetti vicini all’amministrazione Pd, crediamo che a Rimini non si ravvisi nemmeno la necessità di una nuova piscina pubblica in quella zona della città e con quelle specifiche, dato che a pochi metri dalla zona del cantiere sono presenti altre due piscine (una pubblica ed una privata i cui costi al pubblico però non si discostano in maniera significativa). Inoltre la nuova piscina in previsione non potrà accogliere nemmeno eventi sportivi agonistici dato che non sarà olimpionica”. Ecco perché per la consigliera regionale del M5S è necessario un intervento della Regione per valutare il blocco dei cantieri definitivamente e proporre un ripensamento del progetto in una prospettiva di valorizzazione archeologica. “Crediamo che ci siano tutti gli estremi affinché la Regione si possa interessare al caso e chiedere al Comune la sospensione dei lavori – conclude Raffaella Sensoli – Visto che sia il sindaco Gnassi che il presidente Bonaccini nelle loro rispettive campagne elettorali non hanno perso occasione per promettere una politica di stop al cemento e orientata al consumo di suolo zero, crediamo che sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti”.