“Un anno dopo la selezione farsa dei 13 dirigenti esterni la Regione sta per portare a termine l’ennesima e scontata riconferma dei suoi fedelissimi, con l’aggravante che adesso i nuovi incarichi dureranno la bellezza di 5 anni, quindi ben oltre la scadenza della legislatura”. È questa la denuncia di Silvia Piccinini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un’interrogazione sulla nuova selezione che la Regione sta portando a termine per scegliere 16 posizioni dirigenziali presso il gabinetto del Presidente, l’IBACN, le direzioni generali Risorse, innovazioni e istituzioni, Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa, Cura del Territorio e dell’Ambiente.
“In questi giorni, a poco più di un anno dal teatrino che vide la riconferma degli stessi e soliti 13 dirigenti esterni legati a doppio filo alla Giunta, sta andando in scena la stessa tipologia di spettacolo con la differenza che questa volta gli incarichi avranno una durata molto più lunga, ovvero cinque anni – spiega Silvia Piccinini – In più forse per limitare ancor di più la platea dei possibili candidati, la Regione ha scelto ancora una volta di premiare chi ha un’esperienza almeno quinquennale in amministrazioni pubbliche ma di inserire anche come criterio ulteriormente discriminante il possesso della cosiddetta ‘posizione organizzativa’, negando così a tutti quei collaboratori privi di questa qualifica la possibilità di poter anche solo accedere alla selezione”.
Per questo nella sua interrogazione la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle chiede alla Giunta di chiarire le ragioni di questa scelta. “Purtroppo invece che rendere queste selezioni le più aperte e partecipate possibili si continua a cercare in tutti i modi di restringere la platea dei possibili candidati inserendo paletti e divieti. Evidentemente – conclude Silvia Piccinini – quello di premiare sempre e solo le solite persone è un vizio che la Giunta non vuole proprio perdere. Si continua, infatti, a premiare il fatto di essere stati dirigenti nella Regione Emilia-Romagna. Un anno fa motivarono la scelta dicendo che l’incarico da assegnare era breve, dodici mesi, e dovevano conoscere bene la macchina. Ma adesso, a fronte di incarichi di cinque anni quella stessa motivazione oggi non regge ed è poco utile perché un titolatissimo della Toscana o del Veneto verrebbe valutato di meno di uno qualsiasi che fa il dirigente da noi”.