“È inutile che il sindaco Fabbri cerchi di arrampicarsi sugli specchi. Il conflitto di interessi che lo riguarda è talmente evidente che non meriterebbe nemmeno di essere spiegato. Un conflitto che è tutto politico, di ruoli che rischiano di produrre un danno la Parco stesso con progetti scellerati come quello che riguarda l’ex Cercom”.
È questa la replica di Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, alle recenti dichiarazioni del sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, riguardo al progetto dell’ex Cercom. “ Sostenere di non essere in conflitto di ruoli fra sindaco che sostiene un progetto che va contro le scelte strategiche del Parco e che per questo necessita di variante al suo Piano Territoriale, e l’incarico di presidente del Parco e presidente del Comitato Esecutivo, è semplicemente ridicolo. Anche perché per la variante al Piano TerrItoriale del Parco dovrà esprimersi comunque anche l’Ente Regionale per la Biodiversità e appunto il Parco attraverso il Comitato Esecutivo. Cosa ha in mente di fare Fabbri, astenersi? Per quel che riguarda la legittimità della procedura invitiamo il sindaco a studiare attentamente gli atti della Conferenza di Servizi, in cui due dirigenti della Regione hanno sconfessato l’intera procedura, tecnici chiamati in causa tra l’altro proprio dal Parco di cui lui è Presidente ma che, dopo avergli chiesto sostanzialmente un parere pro veritate, lo ha poi ignorato, a nostro avviso proprio a causa del conflitto di interesse che riguarda Fabbri. D’altronde non si può sostenere che per il fatto che Sacmi (comunque proprietaria dal 2015 e non dal 2012 come il Parco ha scritto) avesse in una piccola parte degli stabilimenti messo alcuni bancali di prodotti in una area adibita a “magazzino”, per sostenere che si tratti della stessa attività che si espande. Sarebbe come dire che avere in magazzino dei pezzi di macchine per un forno faccia del luogo una “pizzeria”. Infine vorremmo ricordare al sindaco Fabbri che se lui ritiene che l’area sia degradata e inquinata, da amianto o da inquinanti residui nei terreni, allora era suo compito come primo cittadino chiederne una bonifica, oltre che un’analisi dei terreni. Se non lo ha fatto finora la colpa è soltanto sua” conclude Andrea Bertani.