“Facciamo rivivere la ferrovia Budrio-Massalombarda”. È questa la proposta di Andrea Bertani e Silvia Piccinini, consiglieri regionali del M5S, che hanno presentato una interrogazione alla Giunta per conoscere le motivazioni che hanno portato la Giunta regionale e le Province interessate dalla tratta ferroviaria (Bologna e Ravenna) a mettere in cantina un progetto del 2003 che prevedeva la riattivazione di una delle linee storiche della nostra regione. La Budrio-Massalombarda, infatti, è una ferrovia dismessa il cui esercizio si è svolto regolarmente fra il 1887 ed il 1964, con un tracciato di poco superiore ai 26 chilometri. Il tracciato era interconnesso, e potrebbe esserlo anche oggi, con la rete ferroviaria di RFI e di FER, confluendo nelle linee Bologna-Budrio-Portomaggiore e Lavezzola-Lugo-Faenza, località dalle quali si può raggiungere direttamente Ravenna.
“La linea ferroviaria quindi consentiva e consentirebbe, se riattivata, un collegamento diretto ed alternativo fra Bologna e Ravenna, fra il capoluogo regionale ed il capoluogo di provincia più popoloso dell’area romagnola, sede universitaria distaccata dell’ateneo bolognese e del primo porto italiano per la movimentazione di rinfuse solide, il secondo dell’Adriatico per il complessivo traffico merci – spiega Andrea Bertani – Uno studio commissionato dalle Province di Bologna, Bologna e dalla Regione del 2003, poi ribadito anche da un altro di Legambiente del 2009, hanno confermato che una riattivazione della linea permetterebbe di intercettare non solo il traffico passeggeri determinato dalla nuova domanda, ma anche una quota pari almeno alla metà degli spostamenti ferroviari oggi effettuati quotidianamente tra Ravenna e Bologna, costretti ora ad utilizzare, da Castelbolognese o da Faenza, l’asse adriatico parallelo alla via Emilia”.
“In pratica il ripristino del breve tratto fra Budrio e Massalombarda corrisponderebbe – aggiunge Silvia Piccinini – ad un nuovo e ben più lungo e significativo collegamento diretto fra Bologna e Ravenna con oltre 6.000 spostamenti giornalieri lungo il percorso Bologna-Budrio-Massalombarda-
Per questo nella loro interrogazione i consiglieri regionali del M5S chiedono alla Giunta di conoscere le ragioni per le quali si è deciso di abbandonare il progetto di ripristino della linea e se una sua riattivazione può essere inserita nel nuovo PRIT. “Visto che il Comune di Medicina ha eliminato dal PSC l’ipotesi di tutela del tracciato in funzione dell’eventualità di un suo recupero questa decisione non possa precludere anche la possibilità di trasformare il vecchio sedime in pista ciclopedonale – concludono Andrea Bertani e Silvia Piccinini – Per questo chiediamo alla Giunta di fare chiarezza”.