“Il flop delle auto elettriche a Bologna è la diretta conseguenza delle politiche poco efficaci della Regione per l’attuazione di un’autentica mobilità sostenibile. Di questo passo l’obiettivo contenuto nel Piano energetico regionale, ovvero che entro il 2030 il 40% del parco auto in Emilia-Romagna dovrà essere totalmente elettrico, sarà destinato a restare esclusivamente sulla carta”. È questo il commento di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo i dati che riguardano la presenza di auto elettriche a Bologna nel 2017.
“I numeri ci dicono che il numero delle auto più inquinanti, ovvero quelle Euro 0, sono di gran lunga superiori a quelle elettriche: 1300 contro le sole 75 ad energia pulita. Quelle ibride, ovvero quelle combinate benzina-elettriche, sono aumentate negli ultimi anni ma restando ancorate a quota sono 4210. In tutto l’1,50% del parco macchine che circola ogni giorno a Bologna – aggiunge Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle – Purtroppo questo è anche il risultato delle politiche messe in campo dalla Regione che, oltre ad arrivare solo oggi ad annunciare investimenti per la realizzazione di colonnine di ricarica per le elettriche, ha preferito portare avanti incentivi sulle ibride, come il rimborso del bollo, che hanno creato confusione tra i cittadini. Così facendo si è fatto credere che acquistare un’auto ibrida fosse equivalente ad acquistarne una elettrica. Di certo le auto ibride sono meno inquinanti dei diesel e dei veicoli a benzina ma il loro livello di emissioni è comparabile a quelle a metano”.
Ecco perché secondo i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle c’è la necessità di trovare delle nuove strade per raggiungere l’obiettivo del 40% del parco macchine in Emilia-Romagna ad energia pulita entro il 2030. “Con gli stessi soldi investiti dalla Regione per l’esenzione del bollo per le ibride si sarebbe potuto finanziare l’acquisto di almeno 500 auto elettriche dove c’era più necessità – conclude Bertani – In questo modo si sarebbe creato un primo volano per la crescita di una tecnologia che al momento è la sola a poter incidere in maniera efficace sulla qualità dell’aria nella nostra regione che, vale la pena ricordarlo, è nel bel mezzo dell’area più inquinata d’Europa e del mondo”.