“Davanti ai dati che hanno registrato una consistente flessione delle imprese giovanili in Emilia-Romagna non ci sembra di aver ascoltato nessun commento da parte del presidente Bonaccini. Un silenzio che stona con la retorica trionfalistica con la quale puntualmente è solito accompagnare ogni variazione percentuale positiva sull’occupazione nella nostra regione”.
Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, in una interrogazione rivolta alla Giunta commenta i recenti dati negativi che riguardano l’occupazione e che hanno visto le imprese giovanili scendere sotto la soglia delle 30mila, facendo registrare una flessione quasi del 5%, il dato più pensante dal 2013.
“Non ci sembra che questo dato sia stato diffuso, o semplicemente commentato, dai servizi stampa istituzionali della Regione, né dal presidente Bonaccini o dai membri della sua giunta – spiega Raffaella Sensoli – Eppure i dati dovrebbero preoccupare e non poco la Regione visto che in un anno solo c’è stata una contrazione che ha portato alla perdita di 1.553 imprese giovanili, pari al -4,9%, con un’ulteriore lieve accelerazione della tendenza negativa, mentre le altre imprese sono diminuite solo dello 0,6%. La tendenza emiliano-romagnola poi risulta più pesante di quella nazionale, nel cui ambito le imprese giovanili (496.263, pari al 9,6%) calano del 2,8% e le altre imprese più che altro si confermano stabili (+0,2%). Numeri che dimostrano come sul tema dell’occupazione non c’è solo la crescita sbandierata da Bonaccini ma esistono anche diverse criticità che in questi anni abbiamo cercato di far presente alla Giunta ricevendo però solo frasi da propaganda e niente più”.
Per questo nella sua interrogazione la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle chiede alla giunta se non ritenga opportuno introdurre delle azioni per risolvere le criticità rilevate dalla flessione delle imprese giovanili, evitando di supportare con azioni mirate campagne elettorali nazionali continue (referendum e politiche), con dati trionfalistici su misure governative che sul territorio regionale non hanno portato alcun beneficio se non una penalità per i diritti dei lavoratori come il Jobs act.
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