Finisce in Regione il caso dei liquami scaricati in mare a Rimini. Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, ha presentato una interrogazione alla Giunta dopo la richiesta di rinvio a giudizio di due dirigenti e un dipendente comunale per lo sversamento nell’Ausa di liquami delle fogne.“Come le indagini condotte dai magistrati hanno accertato, l’episodio del giugno del 2012 dimostra ancora una volta l’estrema fragilità del sistema pubblico degli scarichi a mare – spiega Raffaella Sensoli – Se i giudici confermeranno le tesi dell’accusa, crediamo sia doveroso da parte delle istituzioni aprire un confronto diretto sul tema dei controlli che, a quanto pare e prescindendo dalle responsabilità soggettive, nascondono più di una falla. E il fatto che in questa vicenda siano coinvolti proprio dei dirigenti comunali getta un’ombra ancora più inquietante su questo tema. Per questo chiediamo alla Regione di valutare l’ipotesi di costituirsi parte civile in un eventuale processo”.
Per la consigliera regionale del M5S, infatti, il rischio di silenzi, colpevoli, proprio nelle sedi delle istituzioni che dovrebbero invece garantire sicurezza, tutela ambientale, difesa della salute potrebbero rappresentare anche “un danno ingente alla qualità dell’offerta turistica riminese”. Senza contare “la diretta correlazione fra questa vicenda e il complessivo stato di salute dell’Ausa, uno dei grandi malati del nostro sistema fluviale, direttamente connesso anche ai problemi abitualmente riscontarti a monte, quando il corso d’acqua scorre ancora in territorio sanmarinese”.
Per questo nella sua interrogazione Raffaella Sensoli chiede alla Giunta “di fare luce sui controlli che Ausl e Arpae effettuano dopo il riscontro di rotture o gusti nei sistemi di riciclo delle acque di depurazione”, oltre a prendere in considerazione l’ipotesi di coinvolgere il Governo “affinché si faccia promotore di un’iniziativa diretta ad ottenere la massima trasparenza e collaborazione anche da parte delle autorità sanmarinesi rispetto alla gestione ed alla tutela delle acque dei corsi che dal Titano scendono nel territorio della nostra regione”.