“Non si possono ascoltare le imprese solo quando chiedono maggiori possibilità di smaltimento. È necessario coinvolgere tutti gli attori in campo e, soprattutto, fare delle azioni serie rivolte a un autentico sviluppo dell’economia circolare. Per questo chiediamo al presidente Bonaccini di pretendere dalle associazioni di categoria un piano di riduzione dei rifiuti a smaltimento, responsabilizzando il mondo economico anche sulle priorità di gestione dei rifiuti che valgono per tutti i cittadini: ovvero prevenzione e educazione al riciclo”.
È il commento di Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo al “patto per i rifiuti” sottoscritto ieri dalla Regione. “Troviamo sinceramente surreali le dichiarazioni di Bonaccini riguardo ad eventuali responsabilità del Governo sulla difficoltà denunciata dalle imprese riguardo allo smaltimento dei rifiuti speciali – spiega Andrea Bertani – Mentre stiamo ancora aspettando di conoscere quale saranno gli inceneritori che Bonaccini chiuderà da qui alla fine della legislatura come promesso più volte in questi anni, vorremmo ricordargli che le responsabilità della situazione attuale sono tutt’altre e facilmente identificabili. Innanzitutto, c’è una evidente mancanza di coraggio sullo smaltimento dei rifiuti urbani con la scarsa applicazione del sistema porta a porta a tariffa puntuale che nel giro di un paio di anni potrebbe portare al risultato di rifiuto residuo sotto i 50 kg ad abitante mentre ad oggia l’Emilia-Romagna si attesta ben sopra i 200. Ridurre di 4 volte il rifiuto residuo è ed era possibile ma la Regione su questo non ha mai agito, anzi ha sostenuto (per fare contenti i grandi gestori) sistemi equivalenti che tali non sono. Poi c’è il dato, incontrovertibile, del fatto che gli impianti della Regione sono da sempre sovradimensionati, per questo l’Emilia-Romagna è diventata il centro del businnes dei rifiuti e fa da centro attrattore di rifiuti da fuori regione. Non è mai stata fatta nessuna azione, o serio investimento, per aiutare le imprese a modificare i propri processi produttivi. La prima azione è e deve essere quella della riduzione dei rifiuti, riprogettando i prodotti e le linee di produzione, in modo ad esempio da scartare meno imballaggi o sprecare meno materia prima. Non si possono ascoltare le imprese solo quando chiedono maggiori possibilità di smaltimento, bisogna ascoltare tutti gli attori, e fare serie azioni per economia circolare”.