“Per Andrea Cintorino non tutte le discriminazioni sono uguali, una posizione assolutamente retrograda”. È la secca la condanna di Daniele Vergini, Simone Benini, Andrea Bertani e Carlo Ugo de Girolamo, rispettivamente capogruppo comunale, consigliere comunale, capogruppo regionale e deputato del MoVimento 5 Stelle, alla decisione del Comune di Forlì di negare i fondi a due associazioni che proponevano corsi di formazione in cui si parla anche del disagio legate alle tematiche Lgbt.
“L’assessora forlivese alle Pari opportunità è pronta a rinunciare a 32 mila euro di finanziamento per attività di contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni per orientamento sessuale – sottolineano gli esponenti del MoVimento 5 Stelle – perché (ipse dixit) ‘questa amministrazione aderisce, in coerenza con il programma elettorale, a un modello di famiglia tradizionale’. Tutto ciò è inaccettabile”.
Il progetto è ancora in stallo e la data del 31 dicembre si avvicina. “L’anno prossimo le risorse saranno perdute – proseguono i pentastellati – e sarà violato un principio costituzionale. Un fatto grave, soprattutto se compiuto da chi lavora all’interno delle istituzioni e in misura ancora maggiore da chi dovrebbe garantire le pari opportunità. Ci auguriamo che l’assessore della Lega faccia un passo indietro per andare avanti nei diritti. Le discriminazioni rappresentano una violenza che non fa sconti né eccezioni, per cui è fondamentale che siano tutte trattate allo stesso modo”.
“Chiediamo alla Regione di verificare al più presto in che modo il Comune di Forlì sta prendendo questi fondi visto che lo stesso modus operandi utilizzato dall’assessore Cintorino potrebbe essere stato usato anche per attuare altre discriminazioni al contrario – sottolineano Bertani e de Girolamo – non è accettabile che nella regione dove la scorsa estate è stata approvata una legge contro le discriminazioni basate sull’identità sessuale e di genere un’amministrazione locale la ignori palesemente”. “A tal proposito, presenteremo nel prossimo consiglio comunale un question time per chiedere conto delle gravi, anzi, gravissime parole dell’assessora Cintorino” concludono Benini e Vergini.