Ancori troppi lavoratori non pensano e scelgono alla previdenza integrativa e questo in pensione significa perdere parecchi soldi.
Oggi, uno degli errori più comuni tra i lavoratori, è la mancata scelta della previdenza integrativa. Un errore che si paga da pensionati, in quanto si finisce per rinunciare ad un rendita mensile non indifferente.

In Italia, la previdenza integrativa è ancora una scelta facoltativa a disposizione dei lavoratori ed anche poco diffusa, soprattutto perché sottovalutata. Eppure questa forma di previdenza è una forma importante di tutela per i futuri pensionati, in special modo se teniamo conto delle condizioni economiche di oggi, di una popolazione italiana che si fa sempre più anziana e degli aumenti pensionistici che non stanno al passo con il costo della vita.
Ad oggi sono ben 3 lavorato/pensionati su 4 a privarsi di questa opzione; un dato preoccupante proprio in virtù di un sistema previdenziale che probabilmente non sarà in grado di garantire una tranquilla vecchiaia ai lavoratori di oggi.
Chi aderisce alla previdenza integrativa, secondo i dati di Moneyfarm, ha accumulato un importo medio annuo di circa 2.004 euro, dati che comunque variano anche a seconda dell’età, i versamenti per i lavoratori sulla trentina sono intorno ai 1.700 euro mentre chi ha superato i 50 anni versa in media 2.700 euro all’anno. Dati che fanno capire come sia necessario iniziare quanto prima a versare la previdenza integrativa, prima lo si fa prima si può ottenere un beneficio integrativo.
Previdenza integrativa, l’errore che costa parecchio in pensione
Ma perché si parla proprio di errore nel caso di una previdenza integrativa mancante? Per il semplice motivo che così facendo si rinuncia ad una somma extra che va ad aggiungersi alla pensione pubblica, assicurando così un bilancio mensile anche ben più alto di quello permesso dalla sola pensione. In altre parole, si ha più soldi a disposizione e una maggiore serenità economica.

L’errore nei versamenti alla pensione integrativa potrebbe far perdere fino a 4.800 euro in 10 anni. Questo perché molti lavoratori versano contributi senza verificare la categoria l’appartenenza del fondo pensione integrativo, tuttavia un’errata classificazione può incidere in maniera negativa sui rendimenti e sui benefici fiscali.
È importante controllare, quindi, e questo è possibile farlo tramite il portale COVIP che permette di controllare gratuitamente la propria posizione e richiedere una riclassificazione retroattiva fino a 24 mesi, con la possibilità di recuperare le somme non sfruttate.
Chi ha iniziato a versare prima del 2007 ha la possibilità di recuperare anche migliaia di euro con una semplice istanza che va presentata entro il 25 novembre.