Accertamento AGENZIA ENTRATE: il “silenzio assenso” di 2 anni che ti protegge da novembre in poi

Accertamenti fiscali: Il silenzio assenso di 2 Anni e la decadenza dell’Agenzia delle Entrate: attenzione a come muoversi.

Nel difficile e ingarbugliato panorama tributario, esiste un principio, spesso definito “silenzio assenso”, che può tutelare il contribuente da accertamenti e azioni fiscali eccessivamente tardive da parte dell’Agenzia delle Entrate.

marchio agenzia entrate all'entrata per gli uffici
Accertamento AGENZIA ENTRATE: il “silenzio assenso” di 2 anni che ti protegge da novembre in poi – emiliaromagna5stelle.it

Questa regola, con particolari applicazioni e tempistiche che si consolidano da novembre 2025, stabilisce che l’Agenzia abbia un limite di tempo (generalmente 2 anni) per agire su una specifica situazione o comunicazione. Se, a fronte di una promessa o comunicazione ufficiale di controllo, l’Agenzia non avvia l’accertamento formale entro i due anni, il suo diritto di agire su quella specifica materia decade.

Il motivo di questa tutela risiede nella necessità di garantire la certezza del diritto ai contribuenti. La legge prevede che, una volta che l’Agenzia ha manifestato (o avrebbe dovuto manifestare) la sua intenzione di agire, il contribuente non possa restare indefinitamente in attesa di un accertamento.

Cosa vuol dire, se un contribuente riceve una richiesta di chiarimenti, un invito a comparire o una comunicazione preliminare (che spesso segna l’inizio potenziale di un accertamento), l’Agenzia ha 24 mesi da tale data per formalizzare l’accertamento stesso. Trascorso questo periodo senza che l’atto finale sia notificato, il contribuente può legittimamente considerare scaduto il potere dell’Amministrazione di perseguire fiscalmente quella particolare questione.

Silenzio e assenso e la tutela per i contribuenti

Il principio del silenzio assenso e la decadenza del potere di accertamento non sono affatto automatici. Sono diritti che il contribuente deve essere in grado di dimostrare e far valere in giudizio. È qui che la documentazione diventa fondamentale.

donna controlla documenti
Silenzio e assenso e la tutela per i contribuenti – emiliaromagna5stelle.it

Per respingere un atto tardivo, il contribuente deve produrre la prova del silenzio pluriennale dell’Agenzia. Questa prova consiste nella conservazione meticolosa della comunicazione o richiesta iniziale da cui decorrono i 24 mesi. La prova inconfutabile può essere fornita da PEC datate, raccomandate con ricevuta di ritorno, notifiche telematiche o qualsiasi altro atto che stabilisca con certezza la data di ricezione della richiesta da parte del contribuente.

In assenza di tale documentazione, far valere il silenzio assenso contro un avviso di accertamento notificato tardivamente diventerà estremamente difficile in sede di contenzioso tributario. Se si riceve una comunicazione o un avviso di accertamento oltre il termine dei 24 mesi, il contribuente può e deve contestarlo. La strategia di difesa consiste nel dimostrare che non ci sono state azioni o atti formali da parte dell’Agenzia per un periodo superiore ai due anni dalla comunicazione iniziale, invocando il principio di decadenza previsto dallo Statuto del Contribuente.

Occorre tuttavia ricordare che questo principio si applica solo a quella specifica situazione. L’Agenzia conserva la possibilità di emettere avvisi per altri motivi o con diverse tempistiche legali (come nel caso degli avvisi di accertamento esecutivi, che hanno termini propri). Per questo, l’assistenza di un professionista fiscale è indispensabile per valutare ogni singolo caso.

Gestione cookie