Naspi: adesso perderla diventa troppo facile, assenze ed altri pretesti che la cancellano

Attenzione alla NASpI: tre rischi nascosti che fanno perdere l’indennità di disoccupazione. Conoscerli per evitarli.

La NASpI è l’indennità di disoccupazione nata per sostenere i lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro. Tuttavia, l’ottenimento e il mantenimento di questo sussidio sono legati a stringenti obblighi.

uomo e donna preoccupati e scritta inps naspi
Naspi: adesso perderla diventa troppo facile, assenze ed altri pretesti che la cancellano – emiliaromagna5stelle.it

Molti beneficiari, spesso per mancanza di informazione, incorrono in errori o omissioni che portano alla perdita totale o alla decurtazione dell’assegno. Esistono nella fattispecie tre problemi poco noti che rappresentano le cause più comuni di decadenza dalla NASpI. Scopriamoli per evitarli. Il rischio più subdolo è la perdita dello stato di disoccupazione senza la dovuta comunicazione all’INPS entro i termini previsti. Qualsiasi nuova attività lavorativa, sia essa subordinata, autonoma o anche solo occasionale, se non comunicata all’INPS entro 30 giorni dall’inizio, comporta la decadenza dal diritto.

Anche l’attività svolta in nero non solo è illegale, ma viola il principio che prevede l’erogazione della NASpI. La scoperta di tale attività da parte degli enti preposti (INPS o ispettorato del lavoro) comporta la revoca immediata dell’indennità e, in alcuni casi, la richiesta di restituzione delle somme già percepite. È fondamentale comunicare tempestivamente all’INPS qualsiasi reddito da lavoro, anche se di importo minimo, per non perdere l’indennità o per ricevere un’erogazione ridotta ma legittima.

Indennità di disoccupazione: gli errori che la possono revocare

Il beneficiario della NASpI non è passivo, al contrario è tenuto a partecipare attivamente ai percorsi di reinserimento lavorativo. La mancata partecipazione o la violazione degli impegni assunti sono cause dirette di decadenza.

bambina trsite abbraccia papà e sullo sfondo la mamma guarda
Indennità di disoccupazione: gli errori che la possono revocare – emiliaromagna5stelle.it

Il lavoratore disoccupato deve sottoscrivere obbligatoriamente il Patto di Servizio Personalizzato presso il Centro per l’Impiego (CPI) entro 15 giorni dalla presentazione della domanda NASpI. Non partecipare ai corsi di formazione, di riqualificazione professionale, o rifiutare offerte di lavoro congrue (secondo i parametri definiti dal Patto) può portare alla sospensione o alla decadenza definitiva dall’indennità.

Anche se meno comune per la NASpI, le assenze ingiustificate rappresentano un rischio quando il lavoratore ha mantenuto un rapporto di lavoro subordinato (anche se a orario ridotto o breve) e non si presenta al lavoro per un periodo prolungato (generalmente superiore a 15 giorni). Tale comportamento può essere interpretato come dimissioni tacite o risoluzione per giusta causa imputabile al lavoratore.

La NASpI è destinata solo a chi perde il lavoro involontariamente. Se la cessazione del rapporto di lavoro avviene per responsabilità diretta del lavoratore (come un licenziamento per giusta causa o dimissioni tacite derivanti da assenze prolungate), il diritto alla NASpI viene meno. Altri motivi comuni di decadenza sono il raggiungimento dei requisiti per la pensione e la rioccupazione con un contratto di lavoro subordinato superiore a sei mesi o con un reddito annuo lordo superiore a 8.145 euro, se tale condizione non viene comunicata correttamente all’INPS.

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