Stipendi in ritardo: arriva il rimborso degli interessi, le cifre che avrai

Stipendio in ritardo: i diritti del lavoratore e il calcolo degli interessi di mora quando un datore di lavoro non rispetta le scadenze.

Se il datore di lavoro non rispetta le scadenze di pagamento pattuite, il lavoratore ha il diritto di richiedere un risarcimento per il danno subito, formalizzato attraverso gli interessi legali di mora.

tre persone sedute ad un tavolo con documenti e busta chiusa
Stipendi in ritardo: arriva il rimborso degli interessi, le cifre che avrai – emiliaromagna5stelle.it

Questa tutela è sancita direttamente dal Codice Civile e dal diritto del lavoro italiano e fornisce al dipendente strumenti concreti per far valere i propri diritti. Il diritto agli interessi di mora rappresenta la compensazione dovuta per il ritardo nel pagamento di una somma di denaro. Nel caso dello stipendio, questi interessi iniziano a maturare a partire dal giorno successivo alla scadenza prevista per il versamento della retribuzione.

La base per il calcolo è la retribuzione netta non corrisposta nei termini stabiliti. Il tasso di mora utilizzato è solitamente il tasso legale vigente stabilito annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, a meno che il contratto di lavoro o il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) non prevedano un tasso di mora specifico più elevato.

Come calcolare l’importo dovuto: il calcolo degli interessi

Importo dovuto che corrisponde allo stipendio non versato in tempo utile. Il tasso legale in vigore o quello contrattualmente stabilito e i giorni di ritardo, ovvero il numero esatto di giorni che intercorrono tra la data di scadenza e la data dell’effettivo pagamento.

busta con banconote da 50 euro all'interno
Come calcolare l’importo dovuto: il calcolo degli interessi – emiliaromagna5stelle.it

Questa formula assicura che il risarcimento sia preciso e commisurato all’effettivo periodo di ritardo subito dal lavoratore. Per attivare formalmente il diritto al risarcimento degli interessi di mora, il lavoratore deve agire in modo strutturato partendo da un sollecito formale di pagamento da inviare al datore di lavoro. Questo va fatto preferibilmente tramite strumenti che garantiscano prova legale di ricezione, come una PEC (Posta Elettronica Certificata) o una raccomandata con ricevuta di ritorno.

L’atto costituisce la messa in mora del datore di lavoro. Se, nonostante il sollecito, il datore di lavoro persiste nel ritardo o non fornisce risposte adeguate, è consigliabile rivolgersi a un sindacato per un’assistenza legale e stragiudiziale. In alternativa, il lavoratore può avviare un’azione legale vera e propria per ottenere il pagamento degli arretrati maggiorati degli interessi dovuti. È fondamentale che il lavoratore agisca tempestivamente. Se il ritardo nei pagamenti si rivela essere persistente e grave, la legge offre un’opzione estrema: il lavoratore può rassegnare le dimissioni per giusta causa, avendo in tal caso diritto a percepire l’indennità di disoccupazione NASpI. Questa possibilità tutela il lavoratore dall’impossibilità di proseguire il rapporto a causa della grave inadempienza del datore di lavoro.

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