Quando la risata si trasforma in una terapia: la scoperta affascinante del padre della gelotologia, la disciplina che studia il sorriso.
L’autoinduzione della risata non è certo una pratica ridicola. In una giornata difficile, lasciarsi andare in una risata fragorosa può influire sul benessere psicofisico.

Una scoperta che ha radici non troppo lontane, ma che ha fatto la differenza in merito al trattamento di diverse patologie. Un rivoluzione che ha travolto soprattutto i reparti di pediatria, geriatria e non solo.
Una risata al giorno toglie il medico di torno
Nel 1964 il dottor Norman Cousins rimane vincolato a letto a causa di una malattia che gli provoca dolori piuttosto forti. Si rende conto che, quando qualcuno riesce a strappargli una risata, si sente improvvisamente meglio. Si incuriosisce di questa reazione corporea e decide di sottoporsi a dei test, prescrivendosi una risata per almeno 10 minuti al giorno. Con costanza e precisione, i dolori cominciano a ridimensionarsi, dorme meglio e realizza che la risata funge – in un certo senso – da anestetico naturale. Nasce la gelotologia.

La gelotologia è la scienza che studia il fenomeno della risata e i suoi effetti sul benessere psicofisico. È una correlazione comprovata scientificamente, che vede l’attivazione del sistema endocrino, nervoso e immunitario. Questo favorisce la produzione di beta-endorfine – le quali danno lo stesso effetto degli oppiacei – e altri ormoni. La terapia del sorriso oggi viene applicata soprattutto in ambito pediatrico, geriatrico e su pazienti con disabilità. Un classico esempio è la clownterapia per i minori affetti, purtroppo, da malattie oncologiche.
Oltre a combattere l’ansia e lo stress, migliora l’umore, favorisce la circolazione e la salute del cuore, contribuisce inoltre alla produzione degli anticorpi e – su questo usiamo ancora il condizionale – supporterebbe e accelererebbe la guarigione. Inoltre, nello specifico, ridere a crepapelle consente di sviluppare i muscoli dell’addome. Stimola poi la produzione di anticorpi e la serotonina, aumenta il livello di ossigeno nel sangue e favorisce il ricambio di aria nei polmoni.
Negli ultimi anni è spopolata persino una disciplina associata allo yoga, che prevede l’autoinduzione della risata. L’obiettivo è alleviare i disagi fisici e mentali, sentendosi riequilibrati e rilassando conseguentemente i muscoli. È un metodo di approccio alla quotidianità che invita tutti a concedersi un sorriso in più durante la giornata. Un’abitudine, questa, che non corrisponde a un effetto placebo, ma a una vera e propria cura rivolta a mente e corpo.