ASSANGE, PICCININI (M5S): “ANCHE LA REGIONE SI MOBILITI PER CHIEDERE LA SCARCERAZIONE DEL GIORNALISTA AUSTRALIANO”

Anche la Regione si mobiliti per chiedere lo stop all’estradizione di Julian Assange che rischia 175 anni di carcere soltanto per aver fatto il suo lavoro: è l’appello lanciato da Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, attraverso una risoluzione presentata alla giunta regionale e che verrà inserita all’ordine del giorno della prossima Assemblea Legislativa in programma per il prossimo 13 febbraio.

“Il 20 e 21 febbraio l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali del giornalista australiano per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti – ricorda Silvia Piccinini – Se l’appello dovesse essere respinto, Assange potrebbe essere estradato immediatamente, trovandosi a dover scontare la bellezza di 175 anni di carcere solo per aver fatto il suo lavoro e aver dedicato tutta la sua vita alla lotta per la libertà di espressione e garantire ai cittadini il diritto ad un’informazione realmente indipendente. Si tratta di un’ingiustizia che non può e non deve passare sotto silenzio, anche perché crediamo che sia compito della politica difendere le libertà fondamentali, tra cui quella di espressione, strumento imprescindibile per garantire il diritto all’informazione, coltivarne lo spirito critico e stimolarne, di conseguenza, la partecipazione attiva alla vita democratica del Paese”. Ecco perché nella sua risoluzione la capogruppo regionale M5S invita alla Regione a “mobilitarsi in tutte le sedi opportune per manifestare il proprio sostegno a Julian Assange, opponendosi all’estradizione negli USA ed auspicandone l’immediato rilascio in un’ottica di tutela delle libertà di espressione e di informazione e di difesa dei diritti umani”.

Nelle scorse settimane diversi Comuni, tra cui Bari, Napoli e Reggio Emilia, hanno concesso la cittadinanza onoraria ad Assange. L’auspicio è che adesso anche la Regione possa sposare la sua causa attivandosi per chiedere la sua immediata scarcerazione e condividendo così quegli ideali che devono essere alla base del rispetto della libertà di informazione” conclude Silvia Piccinini.