Chiusura Punto nascite Pavullo, Gibertoni (M5S): “Il vero rischio è partorire in ambulanza”

“Chiudere il punto nascite di Pavullo è un atto da irresponsabili. Come si può solo pensare che rischiare di far nascere un bambino in ambulanza sia più sicuro che farlo venire alla luce in una struttura dove ci sono centinaia di parti all’anno? A questo punto la Regione ha una sola opportunità: quella di sostituire il Punto nascite con un ‘centro’, sempre a Pavullo, dove convogliare tutti i parti considerati non a rischio. Solo in questo modo si potrà in qualche modo fermare lo strisciante depotenziamento delle strutture sanitarie sul nostro Appennino in atto ormai da tempo”. È questo il commento di Giulia Gibertoni riguardo alla chiusura del punto nascita di Pavullo al centro oggi di una risoluzione in discussione in Assemblea Legislativa. Discussione che è stata caratterizzata dalla mancanza del numero legale da parte della maggioranza guidata del PD che ha provocato la sospensione dei lavori dell’aula per ben due volte.

“Evidentemente il PD non sa come difendere una posizione a dir poco indifendibile – spiega Giulia Gibertoni – Il rischio più grave per Pavullo è che si ripeta quello che è già successo dopo la chiusura del punto nascita di Porretta Terme, ovvero che si verifichino dei parti in ambulanza con personale medico che, seppur preparatissimo, di certo non è abituato a gestire situazioni del genere. Bonaccini e Venturi ci vogliono davvero far credere che è questo il sistema che possa garantire più sicurezza alle mamme? Ecco perché a nostro avviso si deve assolutamente trovare una soluzione intermedia. La più efficace potrebbe essere quella di creare un ‘centro’ dove permettere alle partorienti, considerate non a rischio, di dare alla luce il proprio bambino assistite da una equipe specializzata così come avviene oggi con i parti in casa che la Regione sta incentivando”.

“Accettare questa chiusura senza cercare una soluzione alternativa equivale ad avallare ancora una volta il progetto di chi governa che sta spogliando mese dopo mese, anno dopo anno, il nostro Appennino da tutti i suoi servizi sanitari. Per questo, come ho ricordato ai cittadini che l’altra sera hanno partecipato all’incontro a Pavullo proprio sul centro nascite – conclude Giulia Gibertoni – non bisogna in nessun modo arrendersi ma continuare a dialogare con i rappresentanti nelle istituzioni per cercare di trovare delle soluzioni adeguate. Chi vive in Appennino non può e non deve rassegnarsi a questa situazione”.