Multe a raffica per gli agricoltori amatoriali: “Vuoto normativo, servono più tutele”

vendemmiaPiù tutele per l’agricoltura amatoriale. È questa la richiesta di Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del M5S, che hanno presentato una interrogazione prendendo spunto dal caso di un agricoltore piemontese multato nei giorni scorsi dall’ispettorato del Lavoro di quasi 20mila euro per aver ‘vendemmiato’ nella sua piccola vigna in compagnia di alcuni amici. Sanzione che è stata poi annullata anche grazie al grande clamore mediatico suscitato dalla notizia ma che di fatto ha acceso i riflettori sulla totale incertezza normativa che ruota attorno al mondo dell’agricoltura amatoriale.

“Quello che è successo in Piemonte è la dimostrazione che serve una maggiore tutela per questo settore in continua crescita anche in Emilia-Romagna – spiegano i due consiglieri del M5S – Ad oggi chi ospita nel proprio terreno parenti o amici e con loro vendemmia o effettua dei piccoli lavori rischia di andare incontro a pesanti sanzioni da parte dell’ispettorato del Lavoro che è costretto a inquadrare queste persone come se fossero dei normali dipendenti. Peccato che, nella maggior parte dei casi, si tratti di tradizioni e sistemi consolidati di auto-aiuto che spesso vanno anche al di là della cerchia familiare. Penalizzare questo mondo, fatto di piccolissimi appezzamenti e produzioni destinate al consumo familiare o di amici, elevando multe dai costi stellare a persone che magari non hanno la fortuna di avere la stessa rilevanza mediatica dell’agricoltore piemontese, equivale a dare un colpo mortale alla agricoltura amatoriale. Per questo crediamo che sia arrivato il momento di intervenire”.

Nello specifico i consiglieri regionali del M5S nella loro interrogazione chiedono alla Giunta “se non ritenga opportuno agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato Regioni per sollecitare una evoluzione normativa che regolamenti l’agricoltura amatoriale in modo più chiaro e senza penalità, tenuto conto che al momento in Italia non esiste una definizione/classificazione di coloro che dedicano il proprio tempo libero all’agricoltura”.

La richiesta è diretta anche alla stipula di “un protocollo d’intesa tra la Regione e Direzione regionale del lavoro, competente per l’attività degli ispettori, finalizzato alla valutazione dei verbali emessi dai controlli eseguiti sul territorio in campo agricolo”. “Quello che vogliamo ottenere – concludono Andrea Bertani e Raffaella Sensoli – è che si possano trovare soluzioni valide in tempi ragionevolmente brevi per sgravare chi non esercita l’attività agricola in modo imprenditoriale da lunghe e costose trafile burocratiche, tenuto conto che in genere chi svolge questo hobby lo fa per motivazioni di benessere personale, sociale e psicofisico. Penalizzare questo fenomeno proprio sul più bello sarebbe davvero un peccato mortale”.