Piadina romagnola Igp, servono più tutele per i piccoli produttori

Con il riconoscimento Igp per la piadina romagnoli potrebbero essere penalizzati i piccoli produttori, come i titolari dei chioschi
Con il riconoscimento Igp per la piadina romagnoli potrebbero essere penalizzati i piccoli produttori, come i titolari dei chioschi

Più garanzie e tutele per i piccoli produttori della piadina romagnola che, paradossalmente, potrebbero essere penalizzati dall’introduzione del marchio Igp. È quanto chiedono i consiglieri del M5S Andrea Bertani, Raffaella Sensoli e il capogruppo Giulia Gibertoni che hanno presentato una interrogazione alla Giunta regionale dopo il recente caso di un piccolo produttore di Bagnacavallo che è stato multato di 4mila euro per aver utilizzato impropriamente l’espressione “piadina romagnola”. “

Anche se il riconoscimento dell’Igp è un traguardo sicuramente positivo visto che evita che aziende che non hanno nessun legame con il nostro territorio possano utilizzare quel marchio – spiegano i consiglieri del M5S – crediamo che questa importante novità possa in qualche modo rappresentare un ostacolo soprattutto per i produttori di piccolissime dimensioni. Pensiamo, per esempio, ai gestori dei tanti chioschi sparsi in tutta la Romagna o ai titolari di agriturismi che magari possono proporre al pubblico, anche inconsapevolmente grazie a ricette familiari che si tramandano negli anni, modifiche seppur minime della preparazione della piadina rispetto al disciplinare individuato dall’Igp e che quindi non potrebbero più utilizzare quella denominazione per vendere il proprio prodotto”.

Le produzioni DOP o IGP, infatti, sono numerose nella nostra regione e sono costituite, in misura del tutto prevalente, da produzioni orticole o frutticole, spesso commercializzate secondo canali organizzati, ovvero da lavorazioni delle carni, prodotti caseari o condimenti che possono sostenere tempi lunghi di conservazione prima del consumo, raggiunto attraverso canali commerciali strutturati. Rispetto a questo quadro la piadina romagnola sembra costituire un unicum nel panorama dei prodotti DOP o IGP regionali essendo il solo street food fino a questo momento riconosciuto.

“Per questo motivo abbiamo chiesto alla Giunta se non ritenga necessario introdurre delle misure per sostenere l’attività dei micro imprenditori della piadina romagnola, in particolare nei chioschi o nelle piccole strutture alberghiere ed evitare che casi come quelli di Bagnacavallo possano ripetersi – concludono i tre consiglieri regionali del M5S – Inoltre la Regione potrebbe dare ancora più valore al marchio Igp sostenendo l’impiego nella produzione della piadina di materie prime realizzate in Romagna, favorendo e valorizzando così le filiere brevi ed il consumo dei prodotti a km 0. È assurdo che chi produce una piadina, con ingredienti genuini e una ricetta storica e autentica, non possa più continuarla a chiamarla così”.