Punto nascite Pavullo, Gibertoni (M5S): “Governo ha mostrato apertura. Regione non perda opportunità di una nuova richiesta di deroga subito”

Una revisione della richiesta di deroga al Ministero e più investimenti per garantire il raggiungimento dei livelli di sicurezza. Giulia Gibertoni ha presentato un’interpellanza alla giunta regionale per chiedere, ancora una volta, la riapertura del punto nascite dell’ospedale di Pavullo. “Come ho evidenziato in più di un’occasione in questi mesi la richiesta di deroga presentata dalla Regione per il punto nascite era totalmente incompleta,con tempi di percorrenza riportati inferiori rispetto a quelli reali ed errori nel calcolo dei km da percorrere per raggiungere i punti nascita alternativi a quello di Pavullo – spiega Giulia Gibertoni – Differenze che possono essere determinanti per la salute delle madri o dei loro bambini soprattutto in zone dove i collegamenti sono spesso difficili e anche il sistema del trasporto pubblico incontra diverse criticità”. Nella sua interpellanza Giulia Gibertoni riporta anche il caso di frazioni del comune, anche altamente popolate, che sono ancora più distanti dagli ospedali alternativi, oltre al fatto che proprio Pavullo, soprattutto nei mesi estivi e in quelli invernali, si trasforma in un punto di riferimento per tutto il territorio dell’Alto Frignano a forte vocazione turistica. “Togliere un punto nascite in un’area montana o disagiata significa rendere non attrattivo quel territorio e condannarlo ad un lento e costante spopolamento – aggiunge Giulia Gibertoni – Per questo chiedo che la Regione inverta subito la rotta presentando una nuova richiesta di deroga, anche alla luce dei dati imprecisi contenuti in quella precedente: ora che il Governo ha mostrato apertura al confronto non si perda un’occasione vitale per il territorio dell’Appennino, investendo anche su servizi innovativi di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria autonomi, le cui équipe possano al contempo ruotare, collaborare e integrarsi con altre unità operative dell’Azienda socio-sanitaria di riferimento proprio per rispettare i punti sanciti dall’accordo del 2010 nella Conferenza Stato-Regioni”.