Referendum, la Regione fa marcia indietro sul “corso propaganda” per la riforma costituzionale

bonaccini-renzi-referendumLa Regione fa marcia indietro sul “corso propaganda sul referendum” destinato ai propri funzionari, ma “dimentica” di prenderne in considerazione l’annullamento, in caso di vittoria del NO. Dopo la denuncia dei giorni scorsi del Movimento 5 Stelle, infatti, l’Assemblea Legislativa ha deciso di posticipare a dopo il 4 dicembre la data del corso di aggiornamento riservato a 29 funzionari in programma per il prossimo 14 ottobre e che aveva come unico relatore il professor Bin, uno dei costituzionalisti che nei mesi scorsi avevano firmato l’appello – manifesto per il Sì alla riforma del duo Renzi-Boschi. Accolta dunque la richiesta del M5S che la scorsa settimana aveva immediatamente inviato alla presidente dell’Assemblea Legislativa, Simonetta Saliera, una lettera di protesta sottoscritta anche dall’Altra Emilia-Romagna per denunciare il caso, ventilando anche l’ipotesi di un possibile danno erariale.

“Ovviamente siamo soddisfatti di essere riusciti a bloccare l’ennesimo tentativo di propaganda istituzionale creata ad hoc dal PD e attuata nelle istituzioni che amministra – spiega Gianluca Sassi – Se non fossimo intervenuti noi a bloccare questa iniziativa, il corso si sarebbe tenuto regolarmente il prossimo 14 ottobre nel silenzio più assoluto dando così attuazione ad un indottrinamento che, in barba a tutte le regole sulla separazione tra amministrazione e politica, utilizza fondi pubblici, spazi e tempi di lavoro per fare spot elettorali. Ovviamente adesso la nostra speranza è quella che questo corso non si tenga neanche dopo il 4 dicembre visto che ci aspettiamo che gli emiliano-romagnoli, come la maggioranza degli italiani, difendano la nostra Costituzione da un tentativo di riforma semplicemente assurdo. Cosa che la Regione non ha nemmeno preso in considerazione come ipotesi”.