Rogo nella discarica Hera, Gibertoni (M5S): “Occorre dirimere ogni dubbio su verifiche e certificazione antincendio della struttura”

Giulia Gibertoni ha presentato un’interrogazione in seguito all’incendio che ha riguardato l’impianto di via Caruso a Modena.

Verificare le procedure antincendio dell’impianto di via Caruso. È quanto chiede con un’interrogazione Giulia Gibertoni dopo il rogo che si è sprigionato nel tardo pomeriggio di ieri all’interno della discarica di rifiuti di via Caruso a Modena gestita da Herambiente.

“L’incendio di ieri e la notevole nube di fumo che era visibile anche a molti chilometri di distanza dall’impianto fa sorgere molti dubbi sull’esistenza di una valutazione del rischio incendio della struttura – spiega Giulia Gibertoni – oltre che sull’esistenza del Certificato Prevenzione Incendi e su quanti controlli connessi alla prevenzione di incendi questa struttura abbia sostenuto. Nella valutazione, infatti, devono essere descritti, tra l’altro, il carico d’incendio e i requisiti minimi di prevenzione incendi adottati, oltre a questa documentazione chiediamo con un accesso atti anche tipologia e quantità dei rifiuti bruciati ieri”.

Nella sua interrogazione Giulia Gibertoni chiede alla Regione di attivarsi al più presto proprio per cercare di chiarire questi aspetti. “Quello che vorremmo sapere è se la struttura in oggetto sia in regola con le procedure e certificazioni previste in materia di prevenzione antincendio, se sia dotata di un piano di emergenza e cosa preveda in questi casi, specificando, in caso positivo, i passaggi eseguiti durante l’incendio di ieri sera. Anche se ARPAE ha già dichiarato che non ci sarebbero rischi per la popolazione sarebbe opportuno che ci fosse una comunicazione chiara e trasparente, anche in collaborazione con l’AUSL locale, proprio per chiarire tutti gli aspetti legati allo sprigionamento nell’aria di sostanze nocive a causa del rogo. Nessun aspetto – conclude Giulia Gibertoni – deve essere tralasciato,anche rispetto alle tutele da azionare in futuro per le persone che risiedono nella zona e per le attività limitrofe all’area, quali ad esempio il centro fauna selvatica il Pettirosso, luogo di accoglienza per tantissimi animali feriti o abbandonati”.