San Potito e Cotignola, Bertani (M5S): “Procedure di VIA anche su prove di sovrappressione. Regione non può restare in silenzio”

Alla luce delle di quanto dichiarato dal presidente della Commissione Ichese, crediamo che la Regione debba richiedere con forza di sottoporre a procedura di VIA anche le prove di sovrappressione a San Potito per ampliare la capacità di stoccaggio”. A chiederlo è Andrea Bertani, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di un’interpellanza presentata alla giunta regionale all’indomani delle dichiarazioni del presidente della Commissione Ichese, Peter Styles, prima alla rivista scientifica Sapere e poi alla trasmissione tv Report sui rischi sulla sismicità indotta da iniezione di acque reflue, estrazione di acqua e idrocarburi, stoccaggio di gas.

“È assolutamente illogico, e contro ogni evidenza, non sottoporre a valutazione di impatto ambientale operazioni, sia pur di prova, consistenti nell’aumentare significativamente la pressione in un giacimento di stoccaggio – spiega Andrea Bertani – Un’operazione che, sollecitando ulteriormente le rocce e le strutture dei depositi stessi li esponga a rischi strutturali, innescando dispersioni dei fluidi con il rischio evidente di causare sismicità indotta e innescare eventi sismici più o meno forti. Se si tiene presente che lo stoccaggio di San Potito e Cotignola si trova proprio a ridosso della faglia che originò il disastroso terremoto del 1688, crediamo che questo aspetto non debba essere più trascurato”.

Ecco perché nella sua interpellanza il capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle invita la Regione a prendere una posizione e di rispondere, una volta per tutte, alla Direzione Generale per le valutazioni e autorizzazioni ambientali del Ministero che nel dicembre dello scorso anno chiese proprio a Viale Aldo Moro se avesse intenzione di confermare il parere contrario all’esclusione dalla procedura di VIA delle prove, non ricevendo però alcuna risposta.

“L’operazione di sovrappressione riveste esclusivamente una valenza economica che è tale solo per il proponente, mentre i danni che ne potrebbero derivare potrebbero avere una portata di ben altra rilevanza economica per le comunità locali e, addirittura, per la tutela della pubblica incolumità – conclude Andrea Bertani – Per questo vogliamo che la Regione pretenda che anche le prove di sovrappressione siano oggetto di valutazione di impatto ambientale”.