“I controlli che l’Azienda Usl effettua sui mitili delle 29 piattaforme estrattive a largo di Ravenna sono insufficienti. Visto quanto contenuto nel rapporto di Greenpeace che ha destato tanto scalpore, crediamo sia necessario aumentare la frequenza di questi controlli e, in ogni caso, di estenderli a tutte le piattaforme e non solo a un campione ristretto così come viene fatto attualmente”. È questa la proposta di Giulia Gibertoni ed Andrea Bertani, consiglieri regionali del M5S, contenuta in una risoluzione e una interrogazione riguardo i controlli effettuati sui mitili delle trivelle nell’Adriatico al largo di Ravenna, al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione di un dossier da parte di Greenpeace, su dati ISPRA e ministeriali, che denunciava l’esistenza di contaminazioni da idrocarburi e metalli pesanti proprio nei molluschi delle piattaforme.
“In provincia di Ravenna sono presenti 29 piattaforme estrattive dove crescono e vengono raccolti mitili destinati al mercato e al consumo sulle nostre tavole – spiegano Giulia Gibertoni ed Andrea Bertani – L’ASL di Ravenna nello scorso anno ha effettuato controlli su 18 campioni su un totale di 29 piattaforme nel periodo che va da giugno a settembre. Si tratta di verifiche che riguardano perlopiù la presenza di metalli pesanti ma che solo in 4 casi su 29, in pratica il 13%, hanno avuto come obiettivo quello di accertare un’eventuale presenza di idrocarburi e metalli pesanti nei molluschi”. I dati sono contenuti in una relazione, riportata nella risoluzione e nella interrogazione presentata dai due consiglieri del M5S, sull’attività triennale dal 2013 al 2015 di controllo svolta dall’ASL di Ravenna e allegata a una risposta che la stessa azienda sanitaria ha fornito a due cooperative locali che chiedevano informazioni in merito alla diffusione del dossier di Greenpeace. Sempre secondo quanto accertato dall’Asl, l’accertamento di valori superiori ai limiti consentiti in un singolo caso avrebbe determinato il “divieto di raccolta e immissione al consumo”.
“Dal 2013 al 2015 i controlli effettuati dall’Asl su queste piattaforme sono diminuiti, passando da 21 campionamenti a un totale di 18 all’anno. Una dato che diventa ancor più preoccupante se si prende in considerazione il fatto che nel 2002 una delibera della Giunta sulla autorizzazione alla raccolta dei molluschi prelevati dalle parti sommerse delle piattaforme di Ravenna stabiliva l’obbligo di effettuare un monitoraggio con frequenza almeno bimestrale e su tutti gli impianti non solo su dei campioni. A questo punto – concludono Giulia Gibertoni ed Andrea Bertani – ci chiediamo perché ci sia stata questa inversione di tendenza. Sulla sicurezza alimentare di questi prodotti, vale la pena ribadirlo, non è possibile tollerare nessun tipo di negligenza e per questo chiediamo il ripristino immediato dei controlli”. Nella risoluzione presentata dal M5S inoltre, si invita la Giunta, a ripristinare, i campionamenti effettuati fino al 2011 dalla struttura “Daphne” per ricercare inquinanti specifici nei mitili (tra i quali mercurio, esaclorobenzene e esaclorobutadiene) e per tutela della salute dei consumatori, “a valutare l’adozione del principio di precauzione e quindi vietare transitoriamente la vendita dei molluschi provenienti dalle 29 piattaforme fino all’assoluta certezza della loro sicurezza”.