Azzardopatia, il M5S: “Difendere i malati di Parkinson”

Corsi di formazione ad hoc per i gestori, diffusione di materiale informativo nelle sale slot ma soprattutto il divieto d’ingresso per i giocatori che soffrono di malattie neurodegenerative come il Parkinson e il diritto alla restituzione delle somme eventualmente giocate. Dopo il caso delle 65enne riminese affetta da Parkinson che nel giro di pochi mesi ha perso tutti i suoi risparmi giocando alle slot machine, il MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di trovare degli accorgimenti per evitare che situazioni del genere possano ripetersi. Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale del M5S, hanno presentato una interrogazione per sollecitare la Giunta a prendere provvedimenti.

“Oggi doversi studi dimostrano come i pazienti che soffrono del morbo di Parkinson, a causa dell’assunzione di terapie farmacologiche, sviluppino un comportamento compulsivo verso il gioco d’azzardo – spiegano Sensoli e Bertani – in pratica, è come se le persone colpite da questo morbo non fossero più in grado di valutare correttamente la gravità o meno della perdita economica dovuta al gioco. Una tesi che purtroppo ha trovato conferma nel caso della signora riminese che ha perso i risparmi di una vita giocando alle slot machine proprio dopo aver scoperto di essere malata di Parkinson. Per questo crediamo che si debbano prendere degli accorgimenti per cercare di limitare il più possibile questo fenomeno”.

Per questo nella loro interrogazione i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle chiedono alla Regione, oltre che di introdurre dei corsi di formazione obbligatori e materiale informativo per i gestori di sale da gioco sui rischi connessi all’utilizzo delle slot machine per i soggetti deboli e i pazienti affetti da malattie neurodegenerative, anche di pensare ad una norma che limiti l’ingresso di queste persone in sale da gioco e centri scommesse oltre quella di creare una rete di “protezione” fatta dall’interazione e l’informazione rivolta alle famiglie attraverso i medici di base e gli specialisti che hanno in cura il paziente.

Bonaccini potrebbe portare in Conferenza Stato-Regioni questa proposta assieme a quella di prevedere una sorta di diritto alla restituzione delle somme giocate e perse da persone che soffrono di questo tipo di malattia in seguito, ovviamente, a una certificazione medica comprovata – concludono Sensoli e Bertani – Crediamo che siano piccoli accorgimenti da poter introdurre per tutelare fasce deboli della popolazione che molto spesso sono le vittime più numerose dell’azzardopatia”.