Caccia, Piccinini (M5S): “No agli spostamenti dei cacciatori da un Comune all’altro per sparare ai cinghiali. Regione faccia marcia indietro”

La Regione faccia marcia indietro sul via libera alla caccia al cinghiale anche con cacciatori che provengono oltre i confini dell’Emilia-Romagna: è quanto chiede Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, che ha depositato un’interrogazione dopo che ieri la Prefettura di Bologna ha dato l’ok, rispondendo proprio a un quesito della Regione che riguardava lo spostamento delle “doppiette” anche da regioni diverse, per consentire la caccia ai cinghiali.

“In un momento dove tutti noi siamo soggetti a restrizioni e obblighi da osservare, con questo via libera si va a creare una vera e propria zona franca che consentirà ai cacciatori di continuare a sparare indisturbati – spiega Silvia Piccinini – Si tratta di una decisione che non condividiamo anche perché presa partendo da presupposti sbagliati, ovvero che oltre all’esigenza di diminuire i danni causati dai cinghiali alle produzioni agricole, i piani di abbattimento siano necessari anche per limitare il rischio di una possibile diffusione della pesta suina africana proprio attraverso i cinghiali”. Per la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, infatti, dare il via libera indiscriminato alle attività venatorie potrebbe peggiorare ancor di più la situazione per quanto riguarda la diffusione di epidemie legate al mondo animale: secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, infatti, il virus della peste suina potrebbe essere arrivato in Europa proprio con cinghiali e maiali selvatici spinti verso l’Unione Europea da battute di caccia su grande scala praticate in Russia. “Inoltre – aggiunge Silvia Piccinini – l’ultimo rapporto pubblicato qualche settimana fa dall’IPSEB (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), massima autorità scientifica su natura e biodiversità, sottolinea al contrario, come il rischio di pandemie può essere notevolmente ridotto contenendo le attività umane che causano la perdita di biodiversità, aumentando il livello di conservazione della natura e allargando l’estensione delle aree protette esistenti, creandone delle nuove. Ecco perché, soprattutto in questo momento, dare il via libera alla caccia può essere addirittura controproducente aumentando il rischio sanitario legato anche alla diffusione delle peste suina”.