Cloro nell’acqua potabile, Gibertoni (M5S): “Bene apertura della Regione su introduzione dei metodi innovativi. Evitato colpo di spugna sui parametri di sicurezza”

Più controlli sulla qualità dell’acqua e recepimento dei limiti individuati dall’Europa sulla presenza di cloriti e clorati attraverso l’utilizzo di tecniche innovative come l’ozonizzazione. È quanto ha assicurato la Regione rispondendo questa mattina in Assemblea Legislativa a una interpellanza presentata da Giulia Gibertoni che chiedeva di conoscere quale fosse l’orientamento dell’Emilia-Romagna riguardo alla proposta di direttiva del Parlamento europeo sulla qualità delle acque destinate al consumo umano e che prevede l’introduzione di parametri molto stringenti che riguardano i cloriti e i clorati.

“Siamo soddisfatti che la Regione, attraverso l’assessore Venturi, abbia smentito un possibile colpo di spugna sui controlli che riguardano le nostre acque – spiega Giulia Gibertoni – Durante una commissione dello scorso marzo, infatti, sembrava che l’Emilia-Romagna fosse orientata a chiedere una sorta di deroga all’applicazione dei nuovi parametri che individuano come soglia massima lo 0,25 mg/l di presenza nell’acqua sia dei clorati che dei cloriti che derivano direttamente dalle sostanze utilizzate per la disinfezione delle acque potabili”.

Nella sua risposta l’assessore Venturi ha accolto la richiesta fatta da Giulia Gibertoni che nella sua interpellanza aveva individuato dei sistemi alternativi, primo fra tutti quello relativo all’ozonizzazione, per abbassare notevolmente la presenza delle sostanze nocive all’interno delle acque potabili.

“Sono molto soddisfatta che la Regione, oltre a smentire il non allineamento a quanto richiesto dall’Europa sulla qualità dell’acqua si sia resa disponibile ad utilizzare come sistema migliorativo quello dell’ozonizzazione che, tra l’altro, viene già utilizzato con successo in Val di Setta. Si tratta di un’innovazione, a quanto ci risulta, nemmeno poi troppo costoso e su cui è doveroso aprire fin da subito un tavolo di confronto con le multiutility. Se non ci fosse, da parte loro, nessuna remora a investire su questo nuovo sistema si potrebbe così cercare avere dei tempi certi per la sua applicazione in modo da avvicinarci sempre di più a quei parametri stringenti richiesti dall’Europa. D’altronde stiamo pur sempre parlando della sicurezza delle nostre acque e quindi della salute dei cittadini, principi che non possono essere messi in nessun modo in secondo piano”.