“Il particolare che ancor prima di partire la Regione metta le mani avanti sulla disponibilità dei fondi per la prosecuzione del reddito di solidarietà dopo il primo anno di aiuto la dice lunga sull’efficacia di questo provvedimento. Bonaccini ha voluto mascherare una semplice elemosina da provvedimento riformista. Niente di più falso”.
È questo il commento di Giulia Gibertoni riguardo all’approvazione del regolamento che istituisce il Reddito di solidarietà in Emilia-Romagna. “Come abbiamo avuto modo di sottolineare in più di un’occasione quello applicato dalla Giunta sarà, nella migliore ipotesi, una semplice riproposizione degli 80 euro renziani – spiega Giulia Gibertoni – Un contributo, totalmente slegato da un futuro inserimento lavorativo così come invece noi avevamo richiesto, che si trasformerà in assistenzialismo fine a se stesso. Bonaccini, infatti, dovrebbe spiegare a quei pochi che avranno diritto al RES come riusciranno ad uscire dalla loro condizione di povertà estrema con qualche spicciolo e nessun aiuto concreto nella ricerca sempre più difficile di un posto di lavoro. Soprattutto dovrebbe spiegare perché si è scelto di non attingere ai fondi europei per finanziare il RES, così come il Movimento 5 Stelle aveva proposto nel progetto di legge depositato ad inizio legislatura. Particolare che avrebbe dato una consistenza maggiore a questo provvedimento e che soprattutto lo avrebbe messo a riparo da eventuali flop visto che durante il suo passaggio in Commissione c’era qualcuno che già metteva in dubbio la possibilità di attuare la legge dopo il primo anno proprio per una mancanza di fondi. Ecco perché – conclude Giulia Gibertoni – abbiamo deciso di astenerci sulla votazione del regolamento attuativo. Serviva una legge coraggiosa, un vero reddito di cittadinanza e invece Giunta e maggioranza hanno partorito un semplice provvedimento assistenzialista”.