Rimini, acqua pubblica a rischio e porte spalancate ai privati

acqua_pubblica_3“Comuni e Regione con il loro immobilismo stanno spalancando le porte ai privati per la gestione dell’acqua pubblica a Rimini, calpestando la volontà del 95% dei cittadini che nel 2011 avevano detto no a una gestione commerciale di un bene pubblico”. È questo l’allarme lanciato da Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del M5S, dopo la risposta che l’assessore Paola Gazzolo ha fornito questa mattina a una interrogazione presentata dal M5S durante la seduta dell’Assemblea Legislativa. L’interrogazione, presentata dal consigliere Bertani, chiedeva alla Giunta di intervenire sulla decisione di ATERSIR di predisporre una bando pubblico per l’affidamento del Servizio Idrico Integrato anziché scegliere la procedura dell’house providing così come è stato fatto per Reggio Emilia anche a causa dell’immobilismo del Consiglio locale.

“Con un atteggiamento farisaico si liquida il problema dell’affidamento del Servizio Idrico, adducendo tempistiche da rispettare, difficoltà economiche o imposizioni che arrivano dall’Europa – spiega Andrea Bertani – Se l’intenzione delle amministrazioni fosse stata quella di cercare una soluzione condivisa, si potevano valutare insieme e pubblicamente vantaggi e svantaggi delle diverse proposte. Non è stato fatto. A livello regionale non sono stati dati tramite ATERSIR strumenti per vagliare ipotesi differenti, a livello locale si è scelto di non muovere un dito, nonostante le mozioni approvate nei consigli comunali ad esempio di Rimini e Santarcangelo”.

“Alla vigilia del ballottaggio del 2011 il sindaco Gnassi si espresse sul palco di piazza Cavour per sostenere ufficialmente l’opzione ‘sì’ al referendum per l’acqua pubblica – aggiunge Raffaella Sensoli –  sottoscrivendo pure un documento in cui si impegnava ‘a promuovere, con i mezzi istituzionali a mia disposizione, una politica di gestione dell’acqua finalizzata alla ripubblicizzazione del servizio idrico e a ribadire l’acqua come un bene non commerciale. Promesse che oggi diventano bugie visto che con la scelta di far decidere ATERSIR di fatto si spalancano le porte ai privati”.

“La presa di posizione di ATERSIR significa che il prossimo gestore sarà ancora Hera e fornisce ai sindaci del riminese un alibi – sottolineano i consiglieri comunali Sara Andreazzoli e Bruno Beccati (Santarcangelo) Marco Fonti, Gianluca Tamburini e Carla Franchini (Rimini), Luca Gentilini (Misano Adriatico), Sabrina Casamenti e Fulvia Roselli (San Clemente), Danilo Lombardi e Cristian Stacchini (Bellaria), Arianna Adanti (San Giovanni in Marignano), Mauro Macrelli e Tiziana Formica (Montefiore Conca) –  poter attribuire ad altri la responsabilità della privatizzazione dell’acqua. Un gioco delle parti che disattende le chiare scelte, avvenute anche nel nostro territorio, rispetto al referendum sull’acqua pubblica. Aver violentato la volontà del 95,35 % dei cittadini   dimostra ancora una volta, e in modo inequivocabile, che il PD non può esprimerne la volontà perché è parte integrante di un ingranaggio più grande che macina chiunque provi a contrastarlo”.

“Chiediamo che in questi pochi mesi si faccia un estremo tentativo di valutare strade alternative – conclude Andrea Bertani – altrimenti come classe politica locale e regionale dovrete prendervi la grande responsabilità di ipotecare il futuro dell’acqua pubblica per i prossimi trent’anni”.